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    Mattarella, Italia lavori in team, sia sempre così

    All’Italia serve – e servirà sempre – un lavoro di squadra, un’unità d’intenti per raggiungere gli obiettivi che servono al Paese. Sergio Mattarella visita a sorpresa la portaerei Cavour, l’ammiraglia della flotta navale italiana, al largo di Civitavecchia e sembra già pensare al futuro prossimo, all’Italia che il voto del 25 settembre disegnerà. Il presidente della Repubblica prende la parola sulla Cavour e parla ai marinai schierati sottolineando l’importanza del loro lavoro, decisivo in queste settimane di tensioni internazionali: la flotta compie continui pattugliamenti in operazioni congiunte con altre unità Nato a controllo di un Mediterraneo mai così affollato di unità russe. Ma il capo dello Stato non rinuncia ad una osservazione più politica che militare: “vi ringrazio per quello che fate. Quello che diceva poco fa il comandante è molto importante, cioè che da solo non potrebbe far nulla perché è la squadra nel suo complesso, il team che permette ad una realtà così importante come la nave Cavour di realizzare tutti i suoi compiti”. Una premessa che il presidente estende all’Italia: “e questa è una regola generale che vale anche per il nostro Paese e mi auguro che sia sempre così e sempre più così”.
    Non aggiunge altro il capo dello Stato che in questa fase di campagna elettorale si tiene ben lontano da qualunque intervento che possa essere strumentalizzato o letto come un’interferenza. Ecco perchè nella sua lunga visita alla portaerei Mattarella si limita poi a ricordare l’importanza delle missioni della Marina militare: “in questo equilibrio, in questa articolazione – ha aggiunto – le forze armate sono elemento di primaria importanza, sempre più circondate dall’affetto dei nostri cittadini. Quello che avviene nei mari intorno a noi vede la Marina particolarmente impegnata e attenta e questo rafforza la fiducia dei cittadini e la mia personale. Consente di guardare con tranquillità anche alle tensioni che sono presenti nel mondo”. Insieme al ministro della Difesa Lorenzo Guerini il presidente ha visitato la Cavour assistendo anche ad alcune esercitazioni.
    Arrivato a bordo di un elicottero il Capo dello Stato ha subito indossato un cappellino blu della Marina e ha visitato l’ospedale di bordo e la sala operativa dove gli hanno spiegato le funzioni radar e mostrato gli strettissimi contatti delle navi italiane con altre unità dell’Alleanza atlantica. Gran finale con alcuni decolli dei jet dalla portaerei ed una immersione di un sommergibile tra le altre unità della flotta che accompagnava la Cavour.

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    Il feretro della regina lascia la cattedrale di Edimburgo

    (ANSA) – LONDRA, 13 SET – Il feretro della regina Elisabetta
    – preceduto dal suono delle cornamuse – è stato portato fuori
    dalla cattedrale di St Giles, a Edimburgo, dove in 24 ore di
    apertura della camera ardente ha ricevuto l’omaggio di oltre
    26.000 persone secondo le autorità locali, per intraprendere il
    viaggio che entro stasera lo porterà a Londra per l’addio
    definitivo. Altre migliaia di uomini e donne hanno assistito in
    silenzio alla partenza del corteo che accompagna l’auto funebre
    su cui è caricata la bara, che dovrà ora essere trasferita
    all’aeroporto di Edimburgo e poi – a bordo di un volo speciale
    su cui salirà la principessa Anna, secondogenita della sovrana
    defunta – raggiungerà la capitale britannica.   
    In serata il feretro sarà a Buckingham Palace, prima del
    trasferimento domani alla Westminster Hall, dove sono previsti
    altri 4 giorni di omaggio di popolo, fino alla vigilia del
    solenne funerale di Stato di lunedì 19 nell’abbazia di
    Westminster e della sepoltura finale nella cappella di St
    George, presso il castello di Windsor, accanto al principe
    consorte Filippo.   
    In totale in Scozia, includendo la gente assiepatasi per le
    strade, si calcola che l’affluenza di persone mossesi per
    onorare il passaggio delle spoglie di Elisabetta II sia stata
    nell’ordine delle centinaia di migliaia. (ANSA).   

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    Scuola: Bianchi, settimana corta? Non per risparmio energetico

    “Non abbiamo mai parlato di settimana corta in Consiglio dei ministri. Si può fare come piano didattico, nell’autonomia delle scuole, non come misura di risparmio energetico. Sono contrario a dire che poiché c’è un’emergenza, la scuola deve essere la prima a pagare”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, intervistato da SkyTg24. Sul risparmio ambientale, ha aggiunto, “le scuole hanno sempre fatto la loro parte, con Comuni e Province. Non ci tireremo indietro, ma non si può partire dalla scuola. E’ l’intero Paese che deve cambiare direzione rispetto ai consumi”. Poi sull’emergenza demografica: “Il problema del Paese è la caduta demografica. In due anni abbiamo perso quasi 300mila studenti ed in 10 anni, entro il 2031-32, ci saranno 1,4 milioni di studenti in meno”, ha detto Bianchi.”Abbiamo 650-700mila docenti di ruolo, abbiamo attivato quest’anno le supplenze annuali dal 15 agosto. Le cattedre scoperte sono quelli che rinunciano o per situazioni impreviste, come malattie. Il dato nazionale è del 5%”, ha detto il ministro dell’Istruzione. Bianchi ha rivendicato il lavoro svolto. “Abbiamo fatto – ha ricordato – una quantità enorme di assunzioni, 7 concorsi in un anno e mezzo: l’anno scorso sono stati immessi in ruolo 61mila docenti, quest’anno già oltre 50mila ed altri 25mila lo saranno entro l’anno. Poi ci sono 91mila insegnanti di sostegno in deroga ed una quota a tempo determinato c’è sempre”.

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    Il Papa è in volo verso il Kazakistan

    Il Papa è in volo per il Kazakistan. L’Airbus A330 di ITA Airways, intitolato a Marco Pantani, è decollato alle 7.36 dall’aeroporto di Fiumicino. L’arrivo all’aeroporto internazionale di Nursultan Nazarbayev, è previsto per le 17.45 ora locale. Concluso il viaggio di tre giorni in Kazakistan, Francesco rientrerà quindi a Roma (aeroporto di Fiumicino) giovedì sera poco dopo le 20. 
    “Nel momento in cui mi accingo a lasciare il suolo d’Italia per compiere un viaggio apostolico in Kazakhstan per prendere parte al Congresso dei Leader delle religioni mondiali e incontrare la popolazione e la comunità cattolica, desidero rivolgere a Lei signor Presidente e a tutti gli italiani il mio cordiale saluto, che accompagno con auspici di serenità e di concordia, unito alla preghiera a Dio per il bene e il progresso di tutta la Nazione”. Lo afferma papa Francesco nel telegramma di saluto inviato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella al momento della partenza per il Kazakhstan.

       

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    Papa:Francesco a Fiumicino in partenza per il Kazakistan

     Papa Francesco è arrivato all’aeroporto di Fiumicino. A breve la partenza per il viaggio apostolico di tre giorni in Kazakistan, il 38/esimo dall’inizio del suo pontificato, che raggiungerà con un Airbus A330 di ITA Airways con la nuova livrea azzurra. A salutare sottobordo il Santo Padre, l’a.d di ITA Airways, Fabio Maria Lazzerini con il Chief Commercial Officer Emiliana Limosani; autorità civili aeroportuali e di Polizia e due carabinieri schierati in alta uniforme.    Ad accompagnare Francesco nel suo viaggio apostolico in Kazakistan, un equipaggio di 12; persone composto da; 3; piloti e; 9 assistenti di volo. Supervisore delle attività di bordo, il comandante; Massimiliano Marselli; con; 18.000; ore di volo di esperienza. Presente a bordo anche il team ITA Airways dedicato ai voli speciali.    Giunto in auto al Leonardo da Vinci poco prima delle 7 scortato dalla sicurezza vaticana e dalla Polizia, il Papa, dopo aver salutato i presenti, con l’ausilio di un elevatore elettrico messo a disposizione da Adr, ha quindi raggiunto in sedia a rotelle il portellone di ingresso dell’aereo, dove ad attenderlo c’era il personale di bordo, per poi imbarcarsi.

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    Elezioni, confronto Letta-Meloni: scintille su Pnrr e Ue

    Su Corriere tv il confronto tra la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, e il segretario dem, Enrico Letta. 
    “Le sanzioni contro la Russia “funzionano” per cui occorre andare avanti con esse, anche se hanno “un costo per le imprese e le famiglie” italiane che quindi “vanno aiutate e protette” soprattutto sui costi dell’energia, ha detto Letta.
    “La posizione di FdI è sempre la stessa: l’Italia ancorata all’Occidente, all’alleanza atlantica, con l’Europa, a difesa dei valori occidentali. Sin dall’inizio alcuna titubanza a schierarci contro la Russia, abbiamo sostenuto il governo seppur dall’opposizione. E le cose rimarrebbero così con un governo di centrodestra”, ha spiegato Meloni. “Le sanzioni sono efficaci, ma onori e oneri. Serve un fondo di compensazione. Noi abbiamo un programma di coalizione. Invece sinistra italiana chiede di non inviare armi”. “Le parole di Berlusconi e di Salvini sulle sanzioni? Ma nel programma del centrodestra ci sono parole chiare e quelle contano. Letta ci dica perché non ha posto il tema ai suoi alleati circa lo stop dell’invio delle armi. Nel nostro programma non c’è nulla contro le sanzioni”. “L’ Ungheria non è il Paese che conta di più: da sinistra nemmeno una parola contro la Germania che blocca il tetto al gas”.
    “Per anni chi faceva critiche costruttive veniva chiamato sovranista: poi sono arrivati degli shock come la pandemia e si è visto che noi chiedevamo un Europa capace di agire: non si può dire che abbia fatto tutte le cose che andavano fatte. Manca una politica estera –  ha aggiunto Meloni -. La posizione dei conservatori è quella del principio di sussidiarietà: non faccia Bruxelles quello che può fare Roma. L’interesse nazionale si difende agendo: la Germania non vuole il price cap perché paga il gas un terzo di quello che paghiamo noi”.
    “Per noi non è difficile scegliere le alleanze internazionali, da sempre si basano su due cardini, europeo e atlantico e sarà sempre così”, ha detto Letta nel confronto con la leader di Fdi. “Noi vogliamo una Italia che conta in Europa, non che protesta. Come Draghi, che è andato a Kiev con Macron e Scholz: quella è la fotografia. Un’Italia che conta non che pone il veto con Polonia e Ungheria, anche perché noi abbiamo l’Euro”, ha aggiunto il segretario del Pd.
    “La posizione di Fdi sul Pnrr è sempre stata la stessa – ha poi detto Giorgia Meloni -. Non abbiamo mai votato contro, ci siamo astenuti in un passaggio in Europa, e in Italia perché il documento è arrivato all’ultimo momento, noi abbiamo chiesto di leggerlo”. Secondo Enrcio Letta, il Pnrr “non va rinegoziato” perché se lo si chiedesse “daremo a chi ci presta quei soldi un messaggio, che l’Italia è inaffidabile”. Letta ha aggiunto che “dentro il Pnrr ci sono già i meccanismi per rimodularlo sulle necessità dovute alla crisi energetica”.
    “Non ci sono condoni nel nostro programma – ha affermato Giorgia Meloni -, semmai serve fare funzionare quelli che sono stati fatti in passato: la vera evasione è nel lavoro nero, nelle big company, nelle iniziative dei migranti che aprono e chiudono prima dei controlli, per cui abbiamo chiesto una fideiussione”.
    “Salario minimo, nella logica contrattata, per evitare che piu di 3 milioni di lavoratori guadagnino meno di 9 euro, che è uno scandalo”: così Enrico Letta durante il confronto con Giorgia Meloni su Corriere.it. Va inoltre mantenuto il reddito di cittadinanza perché “ha aiutato a contrastare la povertà”. “Secondo noi dovrà continuare per questo ma sulle politiche attive deve cambiare perché non ha funzionato”.
    “Letta e Meloni non parlano da leader di coalizioni”, ha detto il leader del Terzo polo, Carlo Calenda, in una diretta su Facebook nel suo “contro dibattito” al confronto tra Enrico Letta e Giorgia Meloni, sul “Corriere.it”. Sono due leader di partito che non possono garantire per il resto delle coalizioni”, ha osservato: “Sulla politica estera non ci sara’ mai una linea comune”. “Rinegoziare il Pnrr è una follia, non sta né in cielo né in terra. Sono considerazioni stravaganti, discussioni surreali tipiche dell’Italia, dove i politici non hanno mai lavorato un giorno fuori dalla politica. Basta con le stupidaggini, cerchiamo di implementare il Pnrr che già sarà molto difficile, ha detto Calenda, nel suo ‘Controdibattito 2+1’. “Un dibattito fra Sandra e Raimondo senza alcun senso. Non è vero quello che dice Meloni, sono stati contro il Pnrr come contro il Mes”, ha detto ancora Calenda, sottolineando che Draghi ha dovuto modificare il piano del Pnrr italiano e “fare le cose velocissimamente per non perdere i soldi”.
    “La preoccupazione degli italiani in questo momento sono le bollette – ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, intervenendo all’iniziativa ‘Credo nella scuola’ a Firenze -. Si devono mettere sul tavolo 30 miliardi di euro per aiutare gli italiani a pagare le bollette. Subito. Chi dice no a un intervento non conosce il proprio paese. Con Giorgia vinceremo le elezioni ma non capisco perché su questo Meloni tentenni. Servoni soldi oggi, subito. Come si fa a non capire? Occorre mettere ora 30 miliardi a debito, come abbiamo fatto con il Covid, in attesa che l’Europa intervenga nei prossimi mesi”.

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    Energia: Bianchi, governo mai parlato settimana corta a scuola

    La settimana corta a scuola? “Il governo non ne ha mai parlato perchè siamo convinti che tutti dobbiamo affrontare le problematiche del caro energia, ma la scuola sia l’ultima, abbiamo già dato al Paese”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi intervistato da Unomattina.”E’ la scuola della ripartenza. Tutto il Paese ha bisogno di ripartenza, di guardarsi negli occhi. Il governo ha ritenuto che la fase di emergenza fosse conclusa.Abbiamo perso molto. Ma siamo pronti per ogni evenienza. Teniamo monitorata la situazione in ogni parte del Paese”. Lo ha detto Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione, intervisto da UnoMattina parlando dell’avvio del nuovo anno scolastico e dell’emergenza Covid. “Ragazzi, la scuola è il momento in cui si cresce insieme. Nella vita diventerete grandi ma vi ricorderete sempre il vostro compagno, la prof e quella volta che siamo andati in gita e ci eravamo persi. Fate tesoro di ogni momento che è un pezzo non solo della vita di adesso ma anche della vita che avrete, fatelo con gioia. Nel momento difficile che siamo vivendo , teniamoci tutti per mano”. E’ l’augurio di buon inizio di anno scolastico con il quale il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, si è rivolto agli studenti dai microfoni di Unomattina.Terminate le vacanze estive, anche se il meteo annuncia l’arrivo di nuove torride giornate di caldo, inizia quasi in tutta Italia – i calendari sono decisi dalle Regioni – il nuovo anno scolastico, che partirà lunedì in 7 territori: Abruzzo, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e nella Provincia di Trento; ha già preso l’avvio, il 5 settembre, nella sola Provincia di Bolzano e vedrà il 13 settembre tornare sui banchi bambini e ragazzi della Campania. Poi, a seguire, il 14 settembre le lezioni prenderanno il via in Calabria, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Umbria. Il 15 inizieranno, invece, in Emilia-Romagna, Lazio e Toscana. In coda, il 19 settembre, Sicilia e Valle d’Aosta.    La novità di quest’anno è che si torna tutti in classe senza distanziamento, senza personale aggiuntivo Covid, senza mascherine, senza Dad. Per l’aerazione delle classi è indicato aprire le finestre e cambiare l’aria con frequenza. Via libera anche alle gite. Ma se il quadro sanitario dovesse peggiorare le scuole devono essere «preparate e pronte» a rimettere in piedi le misure assunte negli ultimi tre anni.    Gli studenti però sono già molto critici sul rientro in classe che definiscono “complicato e caotico”. “Dal ministero – dicono – arriva poca chiarezza circa le misure Covid per l’ennesimo anno, all’interno di un sistema scolastico e universitario in cui non si è investito”. E lamentano il fatto che “In questa campagna elettorale si parla poco e male di scuola, di università e di giovani, e ancora una volta senza chiederci cosa ne pensiamo”. Per questo Rete degli Studenti Medi e Unione degli Universitari hanno scritto un manifesto con 100 proposte lanciato con un flash mob al ministero dell’Istruzione e davanti a più di 50 scuole in occasione del rientro scolastico.

    Da domani oltre 7 milioni di studenti di nuovo a scuola

        A entrare in classe saranno 7.286.151 studentesse e studenti per un totale di 366.310 classi nelle scuole statali. L’anno scorso c’erano e 7.407.000 studenti (277.840 con disabilità) e 368.656 classi. L’anno scolastico 2020/21 era iniziato con 7.507.000 studenti (268.700 con disabilità) e 369mila classi. In due anni si sono persi quindi più di 220mila studenti e 3mila classi, mentre gli alunni con disabilità sono cresciuti di quasi 22mila unità, facendo quindi registrare un aumento dell’8%. Le cosiddette classi pollaio ‘resistono’ solo alle superiori: negli ordini inferiori il calo demografico e quindi della frequenza scolastica è impressionante. Il sindacato Anief calcola che in 15 anni sono stati persi 800 mila alunni.    Complice il caro-energia, l’anno scolastico che parte domani sarà anche all’insegna dei rincari. Il Codacons ha stimato che per quaderni, diari, astucci, diari, e tutto il materiale legato alla scuola gli incrementi medi dei listini sono del +7% per i costi di produzione in capo alle imprese del settore determinati dal caro-energia e la crisi delle materie. Anche per l’Unione nazionale dei consumatori i rincari sono del 7,3%. Il ministro Patrizio Bianchi, i sindacati e i partiti assicurano però che il caro energia non avrà comunque ripercussioni sull’andamento dell’anno scolastico, che dovrà essere in presenza e senza giornate in Dad per risparmiare sui termosifoni. Sul punto sono tutti concordi.