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    M5s, Tribunale di Napoli incompetente sul ricorso sullo Statuto

    Il Tribunale di Napoli si è dichiarato territorialmente incompetente sul ricorso contro le delibere di approvazione del nuovo Statuto del M5S e di conferma/ratifica dell’elezione di Giuseppe Conte alla carica di Presidente del marzo scorso. Lo annuncia il M5s in una nota.    In base all’ordinanza, il Tribunale competente è quello di Roma, “come – dicono i 5 stelle – da principio da noi sempre sostenuto”. 
    “Ribadiamo che la politica non si fa con le carte bollate ma è il frutto di processi politici democratici, processi che il M5S ha sempre promosso, incoraggiato e protetto”. Così il M5s commenta la decisione del Tribunale di Napoli che si è dichiarato territorialmente incompetente a giudicare i ricorsi sullo stato ed elezione di Conte. “Questa decisione certifica l’uso strumentale del ricorso al Tribunale di Napoli da parte dei ricorrenti” commenta ancora il Movimento.
       

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    E' morto l'ex ministro Virginio Rognoni, aveva 98 anni

    E’ morto questa notte, nella sua casa di Pavia, Virginio Rognoni, uno dei politici italiani più conosciuti della seconda metà del Novecento. Rognoni, che aveva compiuto 98 anni lo scorso 5 agosto, si è spento nel sonno.   
    Docente alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pavia, è stato un personaggio di primo piano della Dc. Fu ministro dell’Interno negli anni di piombo (dal 1978 al 1983) e, successivamente, di ministro della Giustizia e della Difesa.    Dopo la fine dell’esperienza della DC, aveva aderito prima al Partito Popolare e poi al Pd. E’ stato vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura dal 2002 al 2006.    
    “Apprendo la notizia della scomparsa di Virginio Rognoni, protagonista sempre in positivo di tante stagioni imMorto ex ministro Virginio Rognoni, aveva 98 anniportanti della vita istituzionale del nostro Paese. Un grande amico e un punto di riferimento. Un abbraccio affettuoso alla sua famiglia”. Lo scrive su Twitter il segretario del Pd, Enrico Letta.

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    Da governo 14 miliardi di aiuti a imprese e famiglie

     Il governo ha varato un provvedimento di aiuti per 14 miliardi per imprese e famiglie. Ecco le misure principali.   
    UNA TANTUM DA 150 EURO, ESTESO BONUS TRASPORTI. Arriva un bonus una tantum di 150 euro per aiutare i cittadini a sopportare i costi delle bollette impazzite. Andrà – direttamente in busta paga – ai lavoratori dipendenti che a novembre hanno avuto una retribuzione non superiore a 1.538 euro, e ai pensionati e lavoratori autonomi con redditi inferiori a 20.000 euro lordi annui. Il contributo sociale interesserà una platea di 22 milioni di persone, inclusi gli incapienti. L’Inps erogherà il contributo anche ai lavoratori stagionali, a tempo determinato e intermittenti che, nel 2021, abbiano svolto la prestazione per almeno 50 giornate. E anche i percettori del Reddito di cittadinanza lo riceveranno. Arrivano poi nuovi stanziamenti per il bonus trasporti, il contributo da 60 euro per l’acquisto di abbonamenti ai trasporti pubblici. In particolare, il Fondo nato con il primo decreto Aiuti è incrementato di 10 milioni di euro per l’anno 2022. Il voucher, riconosciuto alle persone con reddito annuo inferiore a 35mila euro, potrà essere richiesto fino a dicembre. Secondo i dati del ministero del Lavoro, finora i bonus emessi sono stati circa 730.000.   
    CREDITI ANCHE A PMI, STOP A DELOCALIZZAZIONI SELVAGGE. Per la prima volta anche le piccole imprese avranno accesso al credito d’imposta: fino al 30 settembre è confermato l’attuale meccanismo, (25% per le imprese energivore e al 15% per le altre imprese con consumo maggiore di 16,5 MW). Per i mesi di ottobre e novembre è previsto un rafforzamento, con soglia del 25% per le imprese energivore e al 40% per tutte le imprese che consumano gas. Ci saranno anche garanzie statali sui prestiti alle imprese in crisi di liquidità per il caro bollette, con accordi da sviluppare con le banche per offrire i prestiti al tasso più basso, in linea con il Btp. Passa inoltre la norma contro le aziende che vanno via da un giorno all’altro per trasferirsi dove conviene di più, senza tutelare i lavoratori.    Il datore di lavoro che vuole delocalizzare o chiudere la sua attività, che non è in crisi, ha 90 giorni (e non più 30) per presentare un piano per limitare le ricadute occupazionali ed economiche. E il contributo che è tenuto a pagare “in caso di mancata sottoscrizione del piano da parte delle organizzazioni sindacali” è “innalzato del 500 per 100”. Sarà inoltre revocato ogni beneficio statale ricevuto in caso di delocalizzazione che preveda il 40% di licenziamenti dei dipendenti.   
    ESTESI TAGLI SULLA BENZINA, AIUTI A TRASPORTI LOCALI E TIR.    Viene confermata la riduzione delle accise su gasolio, benzina, Gpl e gas per autotrazione fino a tutto novembre, da rendere operativa con un prossimo decreto ministeriale. Arrivano ulteriori 100 milioni di euro – che si aggiungono ai 40 milioni già stanziati con i precedenti provvedimenti – a favore delle aziende del trasporto pubblico locale per i maggiori costi sostenuti, nel terzo quadrimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021, per l’acquisto del carburante utilizzato nei mezzi per effettuare il servizio. Il decreto aiuti ter stanzia anche 100 milioni per le imprese di autotrasporto per mitigare gli effetti dell’aumento dei carburanti. Ci saranno anche circa 190 milioni, sotto forma di credito d’imposta, per il sostegno alle aziende agricole, della pesca e dell’agromeccanica, con interventi per la riduzione dei costi del gasolio agricolo, dei trasporti e dell’alimentazione delle serre. Il credito d’imposta è pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto del carburante effettuato nel quarto trimestre solare dell’anno 2022.   
    AL VIA RIFORMA DEGLI ISTITUTI TECNICI. OK A NUOVI PARCHI EOLICI. Il decreto aiuti ter contiene anche alcune norme di attuazione del PNRR, in particolare con modifiche alla disciplina degli Istituti Tecnici Superiori che vengono riformati “per poter adeguare costantemente” la loro offerta “alle esigenze di competenze del settore produttivo nazionale”, orientandoli anche verso le innovazioni introdotte dal piano Industria 4.0. Con uno o più regolamenti da adottare entro centottanta giorni verrà rivisto l’assetto ordinamentale dei percorsi degli istituti, per rafforzare le competenze linguistiche, storiche, matematiche e scientifiche, la connessione al tessuto socioeconomico del territorio di riferimento, favorendo ricerca e innovazione. Vengono poi rifinanziate le scuole paritarie con di 10 milioni di euro. Sul fronte innovazione energetica invece, il Governo ha autorizzato a proseguire nella realizzazione di sei impianti eolici: 4 in Puglia, 1 in Sardegna e 1 in Basilicata, superando così i 2.185 MW autorizzati dal governo. Nel complesso si arriverebbe quindi a 45 impianti autorizzati mentre altri 14 saranno approvati successivamente.   
    ARRIVA MAPPA CONCESSIONI E SERVIZI PUBBLICI LOCALI. Oltre al decreto aiuti ter il Cdm ha esaminato anche i primi decreti attuativi della legge sulla concorrenza, approvata il 4 agosto scorso. Oltre al decreto con la riforma dei servizi pubblici locali c’è anche il decreto legislativo con le regole per la mappatura delle concessioni pubbliche, compresi i balneari, passato con il voto contrario dei ministri della Lega. I due decreti attuano due obiettivi del Pnrr che vanno raggiunti entro dicembre per ottenere la nuova tranche di fondi Ue. Per le concessioni si istituisce un’unica banca dati nazionale, con individuazione dei responsabili della trasmissione dei dati. Per i servizi pubblici locali vengono definiti i principi diretti a regolare le varie fasi per l’istituzione di un servizio pubblico locale, con particolare attenzione al principio di sussidiarietà orizzontale. Sono incentivate forme di aggregazione tra gli operatori; si stabiliscono incompatibilità precise, in particolare l’autorità che regola il servizio non può gestirlo; si rafforzano pubblicità e trasparenza.   
    AIUTI A CINEMA, PISCINE, RSA, OSPEDALI E TERZO SETTORE. Anche sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e istituti e luoghi della cultura saranno aiutati: arrivano 40 milioni di euro, da ripartire con un decreto del Ministro della cultura. Il dl aiuti ter stanzia poi 400 milioni per il Servizio sanitario nazionale, per far fronte ai rincari nel settore ospedaliero, comprese Rsa e strutture private. Arrivano contributi a fondo perduto per 50 milioni di euro nel 2022 a favore di associazioni, società sportive dilettantistiche e federazioni che gestiscono impianti sportivi e piscine: un decreto dell’autorità delegata in materia di sport, entro trenta giorni, stabilirà modalità e termini di presentazione delle richieste di contributi, i criteri di ammissione e le procedure di controllo. Infine, una norma è indirizzata agli enti che gestiscono servizi per la disabilità a sostenere i costi dell’energia: è istituito un fondo di 120 milioni l’anno, di cui 100 da fondi gestiti dal ministro per le Disabilità.    

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    Meloni: “Spero che la nostra vittoria apra la strada a Vox in Spagna”

    ‘Mi auguro che il centrodestra italiano guidato da Fratelli d’Italia vinca le elezioni e che questo possa fare da apripista per qualcosa di simile anche in Spagna tra qualche mese. In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, la concretezza e il pragmatismo dei conservatori sono molto piu’ efficaci delle ricette ideologiche della sinistra’. Lo ha detto il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in una intervista all’Efe. Meloni spiega che con Vox ‘siamo legati da stima, amicizia e lealta’ reciproca. Abbiamo sorriso del fatto che in Italia la sinistra usi Vox per attaccare FdI e in Spagna usi FdI per attaccare Vox’. “Io ero dentro An e non mi pare di aver detto nulla di diverso, la risposta mi pare evidente”. Così la leader di FdI, Giorgia Meloni, ha replicato a Rainews24 a chi le chiedeva se fosse d’accordo con la famosa condanna di Gianfranco Fini del fascismo come male assoluto.
    ‘Io ero dentro An e non mi pare di aver detto nulla di diverso, la risposta mi pare evidente’. Cosi’ la leader di FdI, Giorgia Meloni, ha replicato a Rainews24 a chi le chiedeva se fosse d’accordo con la famosa condanna di Gianfranco Fini del fascismo come male assoluto.
    “Mi chiedo se Letta sia andato a chiedere e ottenere il tetto al prezzo del gas contro il quale la Germania si oppone perchè se lo ha ottenuto diciamo bravo Letta”, altrimenti, è andato a chiedere un sostegno a tre giorni dal voto e questo “lo trovo anche poco edificante”, se è andato “a barattare l’interesse nazionale in cambio del suo lo trovo grave”. Lo ha detto Giorgia Meloni a Rainews24.

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    Vaticano: torna scuola arti e mestieri per venti giovani

    (ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 20 SET – Tornano in Vaticano le
    scuole di arti e mestieri che operavano in basilica nel
    Settecento. A partire da gennaio venti giovani per sei mesi
    saranno “ospiti della Fabbrica di San Pietro e apprenderanno le
    arti del mosaico, degli scalpellini, dei falegnami”. Lo ha
    annunciato in una conferenza stampa in Vaticano il segretario
    generale della fondazione Fratelli Tutti, padre Francesco
    Occhetta. “La fondazione ha un ruolo di enzima – ha detto in una
    conferenza stampa in Vaticano – serve per coordinare,
    organizzare e anche realizzare progetti concreti”, come questo
    della formazione dei giovani alle antiche arti. (ANSA).   

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    Per detenuti Perugia libertà è piatto gourmet

    (ANSA) – PERUGIA, 20 SET – Il colore della libertà è anche in
    un piatto gourmet che 17 detenuti del carcere di Capanne, a
    Perugia, stanno imparando a realizzare grazie al corso di cucina
    organizzato con il progetto “Dietro le sbarre vive la speranza”.   
    Spadellano, assaggiano, impiattano e sperano in una vita
    migliore. Lontana dai guai per cui stanno scontando la loro
    condanna. Il laboratorio sono i fornelli del penitenziario –
    sezione maschile – dove l’ANSA ha potuto seguire all’opera
    questa brigata che per qualche ora ha svestito i panni del
    carcerato e ha indossato quelli del cuoco. A guidarla c’è Catia
    Ciofo, una degli chef chiamati a tenere il corso per conto della
    cooperativa “Frontiera lavoro”. “Vedere nei loro occhi la gioia
    di realizzare piatti belli e buoni è qualcosa di molto
    appagante, ti fa capire che nella vita c’è sempre la possibilità
    di avere una seconda opportunità e questi ragazzi sentono di
    poterla cogliere”, racconta. “E sono certa – aggiunge – che al
    termine del corso e quando torneranno ad essere uomini liberi,
    potranno davvero lavorare in un ristorante”.   
    “L’obiettivo del progetto – spiega il responsabile Luca
    Verdolini – è proprio quello di consentire agli allievi di
    intraprendere un percorso di crescita personale e professionale
    al termine del quale possano ambire ad una collocazione nel
    mercato del lavoro”.   
    Ed esperienze in tal senso già ci sono e qualcuno degli
    attuali detenuti che frequentano il corso, svela che presto
    inizierà a lavorare in un locale del centro storico di Perugia
    grazie alla semilibertà.   
    La speranza di una vita diversa da quella fin qui condotta
    accompagna ogni singolo gesto di ogni singolo detenuto. Federico
    è della periferia di Perugia ed ha solo 24 anni. “Prima di
    sbagliare con la vita – racconta -, facevo il pizzaiolo e il
    panettiere. La cucina è il mio ambito e in questi anni che mi
    sono rimasti di carcere voglio studiare e migliorarmi in questo
    settore, lo devo fare per me stesso, per la mia famiglia e
    soprattutto per mio figlio”. (ANSA).   

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    Addio alla delega fiscale, la Lega non arretra

    Tra veti e assenze si chiude definitivamente la partita della delega fiscale. Anche il tentativo del governo di portare a casa in extremis il provvedimento, sfruttando la riapertura del Senato per il dl aiuti bis, sembra, infatti, destinato a naufragare. Il premier Mario Draghi è tornato a spendersi sulla legge quadro venerdì in conferenza stampa facendo sapere di aver contattato la presidente Casellati per provare a inserirlo nel calendario d’Aula. “C’era un accordo con tutte le forze politiche – ha ricordato Draghi – cioè che la delega fiscale sarebbe stata votata il 7 settembre. Il governo si è impegnato a non scrivere i decreti delegati fino alla data delle elezioni. Il governo ha mantenuto la sua parola” e anche “tutte le forze politiche, tranne una”. Il riferimento, anche se indiretto, è alla Lega che, con Matteo Salvini, si è detta contraria a “blitz a cinque giorni dalle elezioni” perché “sarebbe una mancanza di rispetto”, ha sottolineato il leader del Carroccio.    Meno duri gli alleati, FdI ed Fi, ma in ogni caso, senza l’unanimità dei presidenti dei gruppi e nella settimana pre-elettorale sembra davvero difficile che il testo possa approdare in Aula. Tanto più che – si spiega dal centrosinistra in Senato – l’intesa siglata tra le forze politiche prima della crisi di governo e della chiusura dei lavori per la pausa estiva prevedeva il via libera anche ad altri due provvedimenti oltre alla delega fiscale: l’equo compenso e l’ergastolo ostativo. Due testi sui quali, però, qualche mal di pancia c’è. Riaprire – quindi – tutta la partita complessiva nell’ultima settimana prima delle urne e con il governo che non può porre la fiducia, appare irrealistico anche ai più ‘tifosi’ del provvedimento.    Qualcosa di più si capirà, comunque, alla riunione dei capigruppo convocata alle 14 a Palazzo Madama per definire il calendario dell’Aula. “Ci proveremo fino all’ultimo”, fanno sapere dal Pd spiegando comunque di non confidare – quantomeno per realismo – nella possibilità che il testo sia approvato. Da considerare c’è, peraltro, anche la variabile delle possibili assenze dei senatori impegnati in giro per il Paese in campagna elettorale. Assenze che – fa rilevare qualcuno – impensieriscono, addirittura, sul fronte del decreto aiuti che torna a Palazzo Madama per la cancellazione della norma sullo stop al tetto degli stipendi dei manager.    

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    Draghi, evitare ambiguità, autocrazie sfruttano esitazioni

    Dialogo ma niente ambiguità. Perché le autocrazie “prosperano” davanti alle “esitazioni”. E’ la ricetta che Mario Draghi ripete a New York alla platea della 57ma edizione dell’Annual Awards Dinner della ‘Appeal of Conscience Foundation’, la fondazione che gli conferisce il premio World Statesman (statista dell’anno), che prima di lui hanno ricevuto diversi capi di Stato e di governo, da Gorbachev ad Angela Merkel fino a Shinzo Abe, proprio lo scorso anno, che Draghi ricorda in apertura del suo discorso. Joe Biden, in un messaggio alla fondazione, ringrazia il premier per la sua “leadership” e per la “voce potente” che ha avuto nella promozione dei diritti umani. E ancora più lusinghiere sono le parole della laudatio di Henry Kissinger: “Il suo coraggio e la sua visione faranno sì che resterà con noi a lungo”, dice l’ex segretario di Stato americano mentre Draghi fa con la mano il gesto di frenare. Davanti al rischio di una nuova Guerra Fredda, di una nuova “polarizzazione” innescata dalla guerra della Russia contro l’Ucraina, scandisce il premier, sarà il modo in cui “trattiamo con le autocrazie” che “definirà la nostra capacità di plasmare il futuro”.” Servono quindi, sintetizza, “franchezza, coerenza e impegno”. Intanto bisogna essere “chiari ed espliciti sui valori fondanti delle nostre società”, la fede nella democrazia e “nello Stato di diritto”, il rispetto dei diritti umani, la solidarietà globale. Ideali che dovrebbero “guidare la nostra politica estera in modo chiaro e prevedibile”. Se si traccia una “linea rossa”, la metafora, bisogna “rispettarla”. Se si prende un impegno, ripete spesso peraltro in questi ultimi giorni, “dobbiamo onorarlo”. Anche per non “pentirsene dopo”. Bisogna essere pronti insomma a “collaborare” anche con i governi autoritari ma senza “compromettere i nostri valori fondamentali”. Vale prima di tutto per la crisi ucraina: Ue, Usa e tutto l’occidente si sono mostrati “fermi e uniti” nel sostegno a Kiev il cui “eroismo” è “un potente promemoria di ciò per cui lottiamo, di ciò che stiamo per perdere”. Nonostante la “tristezza” di questi tempi, Draghi si professa comunque ottimista: che la Russia possa “tornare alle norme che ha sottoscritto nel 1945” e che l’Ucraina possa trovare quella “pace” che non bisogna smettere di cercare. “Solo la cooperazione globale – ha concluso il premier che ribadirà il concetto stasera nel discorso all’assemblea generale dell’Onu – può aiutare a risolvere i problemi globali, dalla pandemia ai cambiamenti climatici”.