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    Dove votano Mattarella, Draghi e i leader politici

    Urne aperte per cinquantuno milioni di italiani. Il rischio che l’astensionismo la faccia da padrone è alto ma di certo i rappresentanti delle istituzioni e i leader di partito sono pronti a esprimere il proprio voto. Il capo dello Stato Sergio Mattarella è atteso a Palermo, come di consueto, mentre il premier Mario Draghi varcherà le porte del liceo romano Mameli.
    Sarà invece a Potenza la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati (alle 12 circa al seggio allestito nella sede della scuola materna comunale di via IV novembre): ha scelto il capoluogo lucano avvalendosi della regola che permette ai candidati di votare nel luogo in cui corrono alle elezioni, anche se residenti altrove. Il presidente della Camera Roberto Fico voterà nella sua città, Napoli, presso l’Istituto Della Valle a Posillipo.
    Per Silvio Berlusconi il seggio è quello milanese di via Ruffini, mentre il coordinatore azzurro Antonio Tajani si recherà a Fiuggi. A Milano voteranno anche Matteo Salvini e Maurizio Lupi. Vive e voterà nella capitale invece la leader di FdI Giorgia Meloni, che alle 11 andrà al seggio della Scuola Vittorio Bachelet.
    Romano anche il voto per il segretario del Pd Enrico Letta: il quartiere è quello di Testaccio e l’appuntamento è al mattino, intorno alle 9.30, al seggio elettorale allestito presso l’istituto De Amicis/Cattaneo. Gli alleati di Sinistra Italiana e Verdi, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, voteranno invece rispettivamente a Foligno e a Ostia. Napoli è invece la città dove voterà Il ministro della Salute e leader di Leu Roberto Speranza (quartiere Soccavo).
    Voto romano per Emma Bonino, mentre Benedetto Della Vedova sarà a Milano e Riccardo Magi a Torino. Anche il Terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi si divide: seggio nella capitale per il frontman della campagna elettorale mentre è alla scuola Villani di Firenze che voterà l’ex premier, che poi volerà in Giappone per i funerali di Stato di Shinzo Abe.
    Giuseppe Conte, leader del M5s, andrà in uno storico liceo romano in pieno centro: il Virgilio a via Giulia. il leader di Impegno civico, Luigi Di Maio, è atteso a Napoli; il leader di Italexit, Gianluigi Paragone, a Milano.
    Una volta esercitato il diritto al voto, sarà poi una lunga attesa per i leader e per i partiti: le urne si chiuderanno alle 23 e in nottata arriveranno i primi risultati. La maggior parte dei partiti ha organizzato un quartier generale dove aspettare i dati e poter rilasciare commenti e interviste ai media. Dalle 22 il Pd apre le porte della sede nazionale del Nazareno, mentre Sinistra italiana e i Verdi attenderanno i risultati elettorali al Caffè Letterario di via Ostiense e Più Europa nella propria sede romana di via Santa Caterina da Siena 46, a partire dalle ore 20. A Napoli, invece, il quartier generale di Impegno civico di Luigi Di Maio.
    I Cinquestelle anche hanno scelto la sede del Movimento di via Campo Marzio. Fratelli d’Italia allestirà la sala stampa per seguire lo spoglio al “Parco dei Principi Grand Hotel”, a Roma.
    L’appuntamento per la Lega è invece a via Bellerio a Milano, negli storici uffici del partito. Sempre un albergo e sempre a Roma, ma questa volta a via Cavour, la scelta del comitato elettorale Azione-Italia Viva. (ANSA).   

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    Elezioni: oltre 1 milione di visualizzazioni per i Forum ANSA

    Più di un milione di visualizzazioni per i Forum in diretta trasmessi dall’ANSA in occasione della campagna elettorale. In studio nelle ultime due settimane si sono succeduti i rappresentanti di tutte le principali forze politiche. Il giro di incontri, organizzato dalla redazione politico parlamentare, ha visto protagonisti: il coordinatore di FI Antonio Tajani, il leader di Azione Carlo Calenda, il responsabile del programma di FdI Giovanbattista Fazzolari, il leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova, il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, il leader del M5s Giuseppe Conte, il segretario del Pd Enrico Letta e il leader di Italexit Gianluigi Paragone.

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    Al Sud tante sfide in bilico, big in campo in Lombardia

    Giorgia Meloni ha chiuso la sua campagna elettorale a Napoli, come Antonio Tajani, Luigi Di Maio, Dario Franceschini e Mara Carfagna. E molti altri big e leader hanno fatto tappa là negli ultimi giorni. Scelte tutt’altro che casuali visto che molti collegi campani sono considerati in bilico, e in generale alla vigilia si prevedono cruciali i risultati al Sud. Per la Camera occhi puntati sui collegi napoletani Fuorigrotta, Giugliano, Casoria e Acerra, su Bari, su Potenza, su Corigliano in Calabria e su Catania. In Sardegna è considerata contendibile Cagliari (l’ex governatore Ugo Cappellacci per il centrodestra contro Andrea Frailis per il centrosinistra), e lo stesso vale per il collegio del Senato fra Marcello Pera (FdI) e Gavino Manca (Pd).   
    I capi di partito concorrono in varie regioni, ma quasi tutti hanno condiviso la scelta di candidarsi in Lombardia. Nel collegio plurinominale per la Camera che copre parte di Milano e provincia sono capilista il dem Enrico Letta e Giorgia Meloni di FdI, oltre a Giuseppe Conte del M5s, Luigi de Magistris di Unione popolare, Gianluigi Paragone di Italexit, Bruno Tabacci di Impegno civico e Benedetto Della Vedova di +Europa. Per il Senato, il leader di FI Silvio Berlusconi corre all’uninominale a Monza, la città della sua squadra di calcio, ma anche nel proporzionale in due collegi lombardi: in uno affronta Matteo Renzi di Iv, Matteo Salvini della Lega, e per +Europa Emma Bonino, che invece a Roma è protagonista di una sorta di derby nell’uninominale con il suo ex alleato Carlo Calenda.   
    A Milano si contendono un posto a Montecitorio Giulio Tremonti e Della Vedova, contrastati dal Terzo polo con Giulia Pastorella, e occhi puntati anche sul duello per il Senato a Sesto San Giovanni fra Emanuele Fiano, il dem figlio di uno scrittore sopravvissuto all’olocausto, e Isabella Rauti, senatrice di FdI e figlia di Pino, fondatore di Ordine nuovo.    Per la Camera, in Valtellina la Lega ha calato un asso con Giancarlo Giorgetti, mentre il M5s si è giocato in Piemonte quello di Chiara Appendino. Impegno civico affida quasi tutte le sue speranze a Di Maio in Campania (a Fuorigrotta contro Carfagna del Terzo polo, Mariarosaria Rossi per il centrodestra e Sergio Costa per il Movimento), a Dalila Nesci in Calabria e a Lucia Azzolina a Siracusa. A Marsala, invece la compagna di Berlusconi, Marta Fascina, affronta Antonio Ingoria, di Italia sovrana e popolare, ex pm antimafia che in passato si è spesso scontrato con il Cavaliere.   
    La storica legale del leader di FI, Cristina Rossello, è capolista in un altro collegio proporzionale lombardo, contro il fondatore della Lega Umberto Bossi, Alessandra Todde (M5s) e Paragone. Sempre in Lombardia corre Andrea Tremaglia, nipote dello storico dirigente Msi Mirko, mentre in Piemonte FdI schiera anche Giovanni Crosetto, nipote del cofondatore del partito, Guido. A Roma sono capilista il governatore del Lazio Nicola Zingaretti e Meloni, che corre anche al collegio uninominale L’Aquila-Teramo, nonché da capolista in Puglia, affrontando Rita Dalla Chiesa (FI) e Carfagna, e in altri due collegi siciliani.    Dopo una campagna fra autoscontri al lunapark e endorsement di artisti vari, Vittorio Sgarbi spera di vincere per il centrodestra in Emilia Romagna la sfida per un posto al Senato con Pierferdinando Casini, schierato dal centrosinistra. A Treviglio, nella Bassa Bergamasca, Mariastella Gelmini, passata da FI ad Azione nei mesi scorsi, conta di sottrarre voti al centrodestra, rappresentato da Giuliomaria Terzi di Sant’Agata.    La presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati cerca la rielezione in Basilicata, Claudio Lotito in Molise punta al posto già rivendicato con vani ricorsi dopo le elezioni del 2018, mentre l’attrice Gina Lollobrigida ha tentato l’avventura politica presentandosi nel Lazio per Italia sovrana e popolare.    In Campania c’è anche la gara fra la capogruppo M5s al Senato Mariolina Castellone e il suo ex collega di partito Davide Crippa, ora in quota centrosinistra.    

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    Lega e FdI: 'Nella piazza Dem falce e martello'

    La Lega e Fdi rompono il silenzio elettorale.  Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, posta per primo su Instagram, attaccando Letta ha “chiuso con un flop in Piazza del Popolo davanti a una bandiera dell’Unione sovietica”. 
    “Bandiere rosse con la falce e martello nella piazza del Popolo di Letta, autorizzate dai vertici del Partito Democratico per ammissione degli stessi militanti che le sventolano festanti”, dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida. 
     Non ci sono solo eventuali risvolti in politica internazionale a “preoccupare fortemente” Enrico Letta in caso di vittoria del centro-destra domenica, ma anche “diritti”, “ambiente” e obiettivi sul fronte economico. “Il progetto fiscale del centro-destra è pericoloso”, ha affermato il leader del PD, Enrico Letta, in un’intervista rilasciata al quotidiano spagnolo El Mundo.

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    I quattro Palazzi del potere, tra storia e curiosità

    Le urne di domenica 25 settembre decideranno gli inquilini di tre dei quattro “Palazzi” romani del potere, vale a dire Palazzo Chigi, sede del governo, Montecitorio, sede della Camera dei deputati, e Palazzo Madama, sede del Senato; da lunedì 26 sarà tuttavia centrale il quarto Palazzo, il Quirinale, visto che il suo inquilino – il presidente della Repubblica – sarà chiamato a dare l’incarico di presidente del Consiglio. Si tratta di quattro edifici storici, nel cuore di Roma, carichi di storia e di leggende.
    Palazzo del Quirinale sorge sull’omonimo Colle, per antonomasia il “più alto” dei sette storici colli dell’Urbe, ed è stato edificato nel 1587 per iniziativa di papa Sisto V, Felice Peretti, (“er Papa tosto” secondo la definizione del Belli), che ne fece la Reggia dei papi. Casa Savoia ne fece la propria dimora, quando la Capitale del Regno fu trasferita a Roma, e nel 1946 divenne la sede della Presidenza della Repubblica. E’ qui, tradizionalmente nella Studio alla Vetrata, che il presidente Sergio Mattarella riceverà le delegazioni dei gruppi parlamentari per le consultazioni, necessarie per affidare incarico di Presidente del Consiglio, ed è al Quirinale che i ministri del futuro governo giureranno nelle mani del Capo dello Stato.
    La sede della Presidenza del Consiglio si trova invece, dal 1961, in uno dei più bei Palazzi romani del tardo Rinascimento, Palazzo Chigi. In realtà l’edificio si deve all’iniziativa, nel 1578, degli Aldobrandini, che però nel 1657 lo vendettero al potente banchiere senese, Agostino Chigi. Fu poi sede dell’ambasciata di vari Stati (Belgio, Regno di Sardegna, Spagna, Impero austro-ungarico) prima di passare allo Stato Italiano nel 1916. Benché la sede del governo fosse al Viminale, nel 1922 Mussolini stabilì a Palazzo Chigi il proprio studio, e dal balcone all’angolo tra Piazza Colonna e via del Corso pronunciò i suoi primi discorsi, per poi scegliere Palazzo Venezia per i suoi comizi. Il 28 aprile 2013, durante il giuramento del Governo Letta al Quirinale, fuori da palazzo Chigi un uomo, Luigi Preiti, sparò contro due carabinieri, Giuseppe Giangrande e Francesco Negri, ferendo entrambi e una passante incinta.
    Ma le elezioni politiche servono in prima battuta per scegliere i 400 nuovi inquilini di Montecitorio e i 200 di Palazzo Madama, da cui dipende con la fiducia la nascita del governo. Il primo ha una storia travagliata: iniziato da papa Innocenzo X, come dimora della famiglia Ludovisi, fu interrotto per mancanza di fondi per 30 anni. Un altro papa Innocenzo, il XII, riuscì a concluderlo nel 1696, stabilendovi la Curia Apostolica (i tribunali pontifici). Dal balcone della magnifica facciata di Carlo Fontana, venivano annunciati al popolo i numeri delle estrazioni del Lotto. Divenuta sede della Camera dei deputati nel 1870, l’edificio fu ampliato da Basile nel 1918, che inserì suggestivi elementi liberty, tra i pochi esistenti a Roma, come la bellissima Aula e il celebre Transatlantico.
    Il curioso nome “Madama” del Palazzo che ospita il Senato, deriva da quello di Margherita d’Austria – soprannominata appunto Madama – moglie di Alessandro de Medici, da cui lo ebbe in usufrutto alla morte di questi nel 1537. L’edificio fu ripetutamente ritoccato fino al 1642. Dai Medici passò ai Lorena e nel 1755 allo Stato Pontificio che lo usò come sede del Governatorato e delle Finanze. “Madama” era chiamata dal popolino anche Violante Beatrice di Baviera, vedova di Ferdinando de Medici e ultima proprietaria del palazzo prima del passaggio ai Lorena nel 1731. Dopo Porta Pia ospitò subito il Senato del Regno e dal 1946 quello della Repubblica.   

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    Il post voto in tv, tra exit poll e proiezioni

    Maratone con ospiti in studio, collegamenti dalle sedi dei partiti e exit poll subito dopo la chiusura dei seggi. Le tv scaldano i motori in vista del voto di domenica 25 settembre.
    Per le elezioni politiche e per le regionali in Sicilia saranno trasmessi exit poll e proiezioni realizzati dagli istituti di sondaggi per Rai, La7, Sky TG24 e Mediaset. In particolare, subito dopo la chiusura dei seggi alle 23, Consorzio Opinio Italia per la Rai proporrà gli exit poll con la percentuale di voti e seggi per liste e coalizioni per la Camera e per il Senato. Stesso tipo di rilevazione, sempre a partire dalle 23 di domenica, da parte di Quorum/Youtrend per Sky Tg24 (Instant Poll), da Swg per La7 (Trend poll) e da Tecnè per Mediaset. È annunciata, poi, intorno alle 23.50 la prima proiezione per il Senato del Consorzio Opinio Italia per la Rai sulla base dei dati realmente scrutinati (voti e seggi per liste e coalizioni).
    La prima proiezione per la Camera del Consorzio Opinio Italia è annunciata invece per le 2. Rilevazioni dello stesso tipo prima per il Senato e poi per la Camera proverranno anche da Swg per La7 (Proiezioni), da Tecnè per Mediaset e da Quorum/YouTrend per Sky TG24 (Previsioni Real Time).
    Per quanto riguarda le regionali in Sicilia, primo dato alle 23 di domenica subito dopo la chiusura dei seggi, con gli exit poll riguardanti i candidati presidenti, espresso dal Consorzio Opinio Italia per Rai e dagli altri istituti di rilevazione. A partire dalle 15 di lunedì, prime proiezioni. Rai 1 e Rai 3 cominceranno la notte elettorale alle 22.40, rispettivamente con ‘Porta a Porta – Speciale Elezioni’, in collaborazione con il Tg1, e Tg3 Speciale Elezioni. A loro si unirà poi il Tg2, su Rai 2 a partire dalle 24.00, con ‘Tg2 Speciale Elezioni’. Su La7 l’appuntamento sarà con la classica Maratona Elezioni, la #maratonamentana, condotta come di consueto dal direttore del TgLa7, che prenderà il via alle ore 22.00, fino alle 20.00 di lunedì.
    Su Sky da domenica, a partire dalle 22.30 e fino alle 24.30 di martedì, cinquanta ore di maratona elettorale documenteranno l’esito delle urne nel corso dello speciale ‘La sfida del voto’, in onda da uno studio tutto nuovo. Su Retequattro, appuntamento con ‘Speciale Quarta Repubblica – Vincitori e Vinti’ condotto da Nicola Porro, che seguirà le ultime fasi del voto fino allo spoglio delle schede, con le proiezioni elettorali di Tecnè e collegamenti dal Viminale e dalle sedi dei principali partiti.

    Agenzia ANSA

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    Pensioni, stipendi, prezzi, priorità per il governo

    Aumentare la capacità di spesa degli italiani mettendoli al riparo da un’inflazione che viaggia ormai come un treno ‘pilotata’ dagli aumenti ‘monstre’ dell’energia.
    E’ la priorità delle priorità per chi siederà a breve a Palazzo Chigi. Ma i dossier economici per il nuovo governo sono molti e le ricette per affrontarli sono in molti casi diverse. Il tutto con due incognite: la guerra e il covid.
    Ecco in estrema sintesi alcuni dei dossier più urgenti:
    – INFLAZIONE: è la madre di tutti i problemi. I dati definitivi dell’Istat confermano che, ad agosto, ha raggiunto un tasso record dalla fine del 1985: l’8,4%. Per il carrello della spesa i rincari sono stati quasi del 10%.
    – SCOSTAMENTO DI BILANCIO: fare nuovo debito per sostenere famiglie e imprese. Nel centrodestra le posizioni sono diverse tra chi richiama alla prudenza e chi lo chiede subito mentre il premier uscente ha avvertito: sono già stati erogati 31 miliardi. La sinistra dice ‘no’ e chiede che a pagare siano le aziende, il M5s avverte: si rischia di doverlo fare molto piu’ corposo. Dal Pd si invoca come estrema ratio.
    – EXTRA-PROFITTI: Il Governo uscente è già intervenuto puntando ad un incasso quest’anno oltre i 6 miliardi con un contributo straordinario a carico dei produttori. Molte forze politiche chiedono di incrementare questo contributo sugli utili in più.
    – IVA: Se ne chiede l’azzeramento per i beni di prima necessità per aiutare le famiglie.
    – FISCO: c’è da recuperare la delega fiscale che e’ stata definitivamente bocciata in Senato insieme all’equo compenso. Tra i nodi controversi la rforma del catasto.
    – AZIENDE IN CRISI: I tavoli di crisi al ministero del Lavoro rischiano di fare il boom: secondo quanto calcola Confindustria il caro energia sta mettendo in ginocchio le aziende con un maggior onere di 68 miliardi su base annua.
    – PENSIONI: A fine anno scade Quota 102 (in pensione con 64 anni di età e 38 di contributi). I sindacati chiedono di introdurre maggiore flessibilità – tra le richieste quella di andare in pensione da 62 anni o con 41 anni di contributi – per far fronte al ritorno all’uscita solo con 67 anni di età o con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, così come prevede la Fornero.
    – LAVORO: Sostenere l’occupazione e difenderla dal rischio che la crisi energetica si scarichi sui lavoratori è un’altra delle questioni prioritarie, che vede al centro anche il tema della precarietà.
    – STIPENDI-CONTRATTI: L’inflazione galoppante ed il caro-energia erodono il potere d’acquisto delle retribuzioni. Di qui l’urgenza, secondo i sindacati, di rinnovare tutti i contratti e detassare gli aumenti.
    – SALARIO MINIMO-RDC: Il salario minimo è chiesto a gran voce dalla sinistra. Più cauti i sindacati. Resta ‘sospesa’ la direttiva dell’Ue. Per il Reddito una vera e propria guerra elettorale tra gli ‘abolizionisti’ e i ‘miglioristi’. La misura potrebbe essere rivista.
    – SUPERBONUS: anche sul superbonus edilizio al 110% si è scatenata la campagna elettorale tra chi lo difende per il lavoro creato e l’impatto ambientale e chi invece fa notare come lo Stato sia stato ‘depredato’.
    – BOLLETTE: e’ in questo momento l’emergenza maggiore per famiglie e imprese. Il Governo è intervenuto ma a parere di quasi tutti in modo insufficiente. Attesi nuovi interventi.
    – CARBURANTI-GAS: E’ ipotizzabile una proroga per lo sconto: poco più di 30 cent al litro fino a ottobre. Per il gas si discute a livello europeo di un ‘tetto’ al prezzo.
    – PNRR: Già partiti i cantieri. L’ipotesi è di ridiscuterlo visto che è nato prima dell’emergenza energetica e quindi quando il livello dei prezzi era ben diverso.
    – ITA: Uno dei dossier più complessi atterra sul tavolo del nuovo governo. Il Mef ha scelto il fondo Usa Certares, in partnership commerciale con Delta ed Air France-Klm, per la trattativa esclusiva. Il closing a fine anno.
    – TRASPORTI PUBBLICI: Agens, l’associazione datoriale del Tpl, chiede un tetto alle tariffe energia, rispetto dei tempi dei ristori e continuo sostegno al settore perché venga mantenuto l’equilibrio finanziario delle imprese, necessario a garantire la continuità dei servizi.
    – RETE TLC: Tra i dossier caldi che passano dal Governo Draghi a quello prossimo c’è quello della Rete Unica. I Ministeri più direttamente coinvolti sono quelli dello Sviluppo economico, dell’Innovazione e transizione digitale e naturalmente il Mef a cui risponde Cdp che a sua volta controlla per il 60% Open Fiber, l’operatore che vende fibra all’ingrosso. E così i ministri Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti e Vittorio Colao hanno seguito da vicino l’evoluzione del piano di riorganizzazione preparato dall’ad di Tim Pietro Labriola e che, passando per la separazione societaria di rete e servizi, ha come soluzione ottimale quella di una fusione della Netco con Open Fiber.

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    Elezioni: al voto 51 milioni di italiani

    Sono quasi 51 milioni gli italiani che il 25 settembre avranno diritto a recarsi alle urne, dei quali 4,7 milioni ha votato all’estero. Il 51% sono donne, mentre 2,6 milioni di maggiorenni voterà per la prima volta al Senato. Sono alcuni dei dati sulle elezioni contenuti nel dossier pubblicato dal Viminale.
    Ecco tutti i ‘numeri’ dell’appuntamento elettorale di domenica.
    – QUASI 51 MILIONI AL VOTO. Gli elettori chiamati al voto sono 50.869.304, di cui 4.741.790 all’estero. Dei 46.127.514 elettori in Italia il 51,74% sono donne e il restante 48.26% uomini. Del corpo elettorale fanno parte 2.682.094 maggiorenni che per la prima volta, dopo la recente modifica dell’articolo 58 della Costituzione, potranno votare non solo per la Camera dei Deputati, ma anche per eleggere il Senato della Repubblica. Dei giovani elettori le donne sono 1.302.170 e gli uomini 1.379.924.
    – VOTO ALL’ESTERO, EUROPA AL PRIMO POSTO. Per quanto riguarda la distribuzione geografica degli elettori italiani all’estero, la maggior parte si trova in Europa (2,6 milioni). Seguono America Meridionale, America Settentrionale e Centrale e Africa, Asia, Oceania e Antartide (in coda con poco più di 250mila schede).
    – A ROMA IL PIENO DI AVENTI DIRITTO. La Lombardia con 7.505.133 elettori è la regione con il maggior numero di aventi diritto al voto, la Valle d’Aosta con un totale di 98.187 elettori quella con il minor numero di votanti. Il comune di Rocca de’ Giorgi, in provincia di Pavia, con soli 25 elettori (13 uomini e 12 donne) è l’ente con il minor corpo elettorale, mentre Roma con 2.055.382 (di cui 1.096.575 donne e 958.807 uomini) è la città con quello maggiore.
    – 61MILA SEGGI, ALMENO 180MILA SCRUTATORI. Sul territorio nazionale sono 61.566 le sezioni elettorali che dalle ore 7 alle 23 di domenica 25 settembre saranno aperte per l’esercizio del diritto di voto. In ciascuna sezione ci sarà un presidente, un segretario e quattro scrutatori. Il seggio può funzionare con un minimo di tre componenti, quindi saranno almeno 180mila le persone che saranno impegnate nelle operazioni di voto e di spoglio delle schede.
    – OLTRE 20MILA SCUOLE E ALTRI UFFICI IMPEGNATI. Le oltre 60mila sezioni elettorali sono ubicate in 22.586 fabbricati, la maggior parte dei quali sono scuole che dunque, a pochi giorni dall’apertura dell’anno scolastico, rimarranno chiuse da oggi a lunedì 26 compreso.
    – LA CARICA DEI CANDIDATI. Il dossier del Viminale riporta il numero dei candidati alla Camera dei Deputati: 1.310 nei collegi uninominali, 2.788 nei collegi plurinominali e 95 nella circoscrizione Estero. Per il Senato della Repubblica le candidature sono 693 per i collegi uninominali, 1.418 per i collegi plurinominali, e 41 per la circoscrizione Estero.