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    Elezioni 2022, i risultati. Meloni: 'Non deluderemo gli italiani'. Fdi: 'La Costituzione è bella, ma ha 70 anni'

    Dalla “notte del riscatto, di lacrime e abbracci” al silenzio del giorno dopo. Giorgia Meloni sceglie l’assenza e un profilo basso, poche ore dopo il trionfo del suo partito schizzato in 9 anni dal misero 1,9% del 2013 al 26% di ieri. Ma da “sgobbona” come in tanti la descrivono, è già al lavoro sul programma e il governo che probabilmente guiderà. La leader di Fratelli d’Italia, che nella notte aveva dato appuntamento ai cronisti a un generico “domani”, resta invece a casa. E lascia i riflettori ai suoi dirigenti. Sono i capigruppo Luca Ciriani e Francesco Lollobrigida, oltre al responsabile dell’organizzazione del partito, Giovanni Donzelli a commentare il voto e rispondere ai giornalisti. E proprio Lollobrigida sembra dare la linea sulle riforme costituzionali, a partire dal presidenzialismo, ammettendo che “si può provare a migliorare la Costituzione, tenendo conto che è bella ma che ha anche 70 anni di età”. A parte il mezzo sprint sulle riforme, parola d’ordine della giornata è prudenza e senso di responsabilità. Come la notte prima, nel quartier generale allestito da FdI all’hotel Parco dei Principi di Roma, nel pomeriggio cambiano solo gli occhi più arrossati per le poche ore di sonno. Non mancano sorrisi e abbracci ma tutti pacati e qualche complimento agli eletti. Come l’ambasciatore Giulio Terzi Sant’Agata, da cui corre a congratularsi Ignazio La Russa. E chissà se oltre all’approdo in Parlamento, per lui stia maturando anche un ruolo alla Farnesina.

    Elezioni, Berlusconi: ‘Fallito il tentativo dei ‘centristi’ di catturare i nostri voti’

    Nel frattempo Meloni lontana dall’ufficio, alterna telefonate e carte da studiare. Unica pausa, la ‘fuga’ da casa con occhialoni e cappuccio in testa, per andare a prendere la figlia con la sua Mini. In attesa dei dati dei collegi proporzionali e soprattutto delle decisioni del Quirinale, la leader romana si mette avanti sui dossier più caldi. A farle “tremare i polsi” (suo il copyright) sono soprattutto i conti pubblici da gestire, e che rischiano di diventare cruciali anche per i rapporti con l’Europa. Da qui il lavoro sulla squadra di governo, in particolare sulle caselle più sensibili alias i ministeri di Economia, Interno, Difesa,Giustizia ed Esteri. Circolano voci che punterebbe a piazzare almeno 14 esponenti del suo partito e allo stesso tempo gestire i rapporti con gli alleati, Lega e Forza Italia, nessuno dei due in versione dimessa. Bocche cucite però sul toto ministri: “Sarebbe prematuro e irrispettoso fare nomi”, spiega Donzelli che aggiunge: “Sarebbe una sgrammaticatura a cui non ci prestiamo”. Per ora, quindi, si parla di criteri, con la preferenza per un esecutivo prettamente politico, come più volte ribadito in campagna elettorale. Discorso a parte, però, sull’Economia, scelta delicatissima e attesissima dall’Europa e dai mercati. L’obiettivo è avere una figura di prestigio internazionale, ma allo stesso tempo affidabile politicamente.

    Agenzia ANSA

    Dati del sito del Viminale (ANSA)

    Da tempo i rumors riferiscono che come successore del ministro Franco, FdI pensi a Fabio Panetta, economista ed ex direttore generale della Banca d’Italia, dal primo gennaio 2020 membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea. Nei giorni scorsi Meloni ha avuto con lui due colloqui a stretto giro. Ma secondo più fonti, al momento punterebbe alla guida di Bankitalia, al posto di Visco. Tuttavia, i numeri decisamente ampi della nuova maggioranza potrebbero alla fine convincere Panetta ad accettare l’incarico. Altra poltrona da scegliere è quella degli Esteri. Oltre a Terzi, ad ambirci è pure Antonio Tajani. In subordine, il cordinatore azzurro penserebbe alla presidenza della Camera o potrebbe ‘correre’ per la Difesa. Del resto, alla luce del sostanziale pareggio nelle urne, FI ricorda che non potrebbe avere meno posti della Lega. In pole per un ministero, potrebbero esserci pure Bernini e Ronzulli. Qualche dissapore non manca con l’ex Carroccio: tanti sono rimasti stupiti, in negativo, dalla conferenza stampa grintosa di Salvini. Voci più maliziose dicono che Giorgia stia trattando con Matteo ma pure con il governatore veneto Luca Zaia, che ammette la performance deludente del partito. Intanto al ‘capitano’ potrebbero offrire un ministero (ma probabilmente non il Viminale). Erika Stefani invece dovrebbe rimanere in quota Zaia e Giulia Bongiorno sarebbe un altro nome papabile ma non alla Giustizia perchè lì punterebbe Carlo Nordio, in quota FdI.

    Come sono finite le sfide

    “Siamo ansiosi di lavorare con il governo italiano sui nostri obiettivi condivisi: sostenere un’Ucraina libera e indipendente, rispettare i diritti umani e costruire un futuro economico sostenibile. L’Italia è un alleato fondamentale, una democrazia forte e un partner prezioso”. Lo scrive su Twitter il segretario di Stato americano Antony Blinken.

    Elezioni, Letta: ‘Quando si alzano le paure, la Destra vince’

     Il segretario del Pd Enrico Letta ha telefonato a Giorgia Meloni. E’ quanto si apprende da fonti del Nazareno. Nel corso del colloquio, Letta ha riconosciuto la vittoria della leader di FdI e del centrodestra.Sarà “un congresso di profonda riflessione, sul concetto di un nuovo Pd – ha detto il segretario Dem – Enrico Letta, in conferenza stampa al Nazareno – che sia all’altezza di questa fida epocale, di fronte a una destra che più destra non c’è mai stata. Assicurerò con spirito di servizio la guida del Pd fino al congresso a cui non mi presenterò da candidato”. “Ora avremo cinque anni di stabilità”, dice Matteo Salvini parlando in conferenza stampa in via Bellerio e non ha dubbi sulla tenuta della coalizione. Il leader della Lega si complimenta per il risultato di Giorgia Meloni: “Mi sono messaggiato con Giorgia fino alle 4 di notte. Le faccio gli auguri, FdI è stata brava a fare una buona opposizione”. Il risultato del partito, sotto le due cifre, non lo soddisfa “non è quello per cui ho lavorato”, ammette convinto che gli elettori abbiano premiato chi ha fatto opposizione e chi ha non vuole il termovalorizzatore ma, precisa “gli elettori hanno sempre ragione”. Letta parla invece di “giorno triste per l’Italia e l’Europa”.

    Agenzia ANSA

    “Se verrà toccato il reddito di cittadinanza la nostra opposizione sarà durissima” ha sottolineato (ANSA)

    Che la coalizione di centrodestra non avrà problemi è il leit motiv che circola tra gli alleati. Alla leader di Fdi sono arrivati già i complimenti di Viktor Orban e Marine Le Pen. Entrambi scelgono twitter per congratularsi con la leader di FdI. Diverso il commento che arriva dal governo spagnolo: “In tempi di incertezza, i populismi crescono e finiscono sempre nello stesso modo, con una catastrofe”, è l’opinione del ministro degli Esteri spagnolo, Juan Manuel Albares. Una preoccupazione a cui fa eco il capogruppo dei Socialisti all’Europarlamento: “Il post-fascismo di Meloni arriva in Italia mano nella mano con Forza Italia e il Ppe e la Lega con Id. Una giornata buia per l’Italia e per l’Europa, scrive Iratxe Garcia Perez mentre da Bruxelles: “La Commissione lavora con i governi eletti dal voto nelle urne negli stati Ue, lo stesso si applica in questo caso come in tutti gli altri: speriamo di avere una cooperazione costruttiva con le autorità italiane”, dice il portavoce della Commissione Europea Eric Mamer. Chi sorride è il Movimento Cinque Stelle. Il risultato evidenzia come il M5s sia il primo partito al Sud e che i dati sono soddisfacenti. Beppe Grillo, il fondatore del Movimento, paragona il partito ad un nespolo del suo giardino: “Gliene abbiamo fatte di tutti i colori a questo nespolo negli anni, eppure è rigoglioso e verde”.
    Resta alta la tensione infine tra Pd, Terzo Polo e M5s. Un tutti contro tutti su chi abbia contribuito alla vittoria del centrodestra.

    Agenzia ANSA

    La conferenza stampa del leader del Pd

    Agenzia ANSA

    Nel quartier generale della Lega, a Milano, sono presenti, tra gli altri, Riccardo Molinari, Alessandro Morelli e Laura Ravetto

    Il punto sugli elettiLe sfide nei collegi, chi ha vinto e chi ha perso
    Giorgia Meloni: ‘Italia ha scelto noi, governeremo per tutti’

    Agenzia ANSA

    “Prospettiva pericolosa. Vedremo se la Meloni sarà capace di governare”

    Le reazioniConte: ‘Ci davano in picchiata, rimonta significativa’. Serracchiani: ‘Vittoria a destra, giornata trsite’

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    Ucraina: Mosca pronta all'annessione, '260mila russi fuggiti'

    La Russia si prepara a dichiarare l’annessione di quattro regioni nel sud-est dell’Ucraina. Martedì 27 infatti sarà l’ultimo giorno in cui a Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson gli abitanti delle zone occupate saranno chiamati a esprimersi sul referendum pro-Mosca, liquidato come una farsa da Kiev e dagli occidentali: una vittoria disegnata a tavolino da Vladimir Putin per mascherare le difficoltà del suo esercito sul terreno e soprattutto le crescenti proteste in patria contro la mobilitazione per il fronte. Che avrebbero provocato la fuga dal Paese di ben 260mila persone. Tanto che, per tentare di calmare le acque, il Cremlino ha ammesso che sono stati commessi degli “errori” nel reclutamento.
    Le autorità filo-russe, nel quarto giorno dei referendum, hanno già cantato vittoria. Affermando che a Zaporizhzhia e Kherson “l’affluenza ha superato il 50%”. L’esito della consultazione verrà comunicato nei prossimi giorni. Quanto all’annuncio dell’adesione alla Russia, secondo il Cremlino, avverrà a “tempo debito”, dopo l’espletamento delle procedure legali del caso, ma a Mosca l’annessione di questa parte del territorio ucraino è considerata di fatto già acquisita, per inquadrare la controffensiva ucraina nell’area come un attacco alla Russia stessa.
    Al contrario, i funzionari ucraini delle zone occupate hanno continuato a denunciare il clima di intimidazione a cui sono sottoposti i cittadini. Di voto farsa hanno parlato anche europei e americani, che non ne riconosceranno il risultato. E la Gran Bretagna si è spinta oltre, sanzionando alcuni alti funzionari russi coinvolti nell’organizzazione di un plebiscito pro-Mosca “fittizio, né libero né equo”.
    Putin, più che dalle proteste degli alleati di Kiev per il referendum, in questa fase deve guardarsi soprattutto dal clima di crescente protesta interna contro la coscrizione di centinaia di migliaia di persone ordinata dallo zar. Dopo le tensioni e gli arresti a Mosca, la piazza si è fatta sentire anche in alcune regioni abitate dalle minoranze etniche, come il Daghestan. Oltre cento gli arresti dopo gli scontri tra manifestanti e polizia. In Siberia un 25enne ha aperto il fuoco in un ufficio di leva ferendo il comandante. Secondo gli ucraini, le nuove reclute verrebbero inviate direttamente al fronte senza addestramento.
    Di fronte a questo caos il Cremlino ha ammesso che sono stati commessi “errori” negli sforzi per la mobilitazione, ma la colpa è stata attribuita alle “autorità di diverse regioni, che non hanno eseguito correttamente gli ordini” convocando molti civili che non avevano i requisiti. Ma la situazione, ha assicurato Dmitry Peskov, “sta migliorando”.
    Mosca deve fare i conti anche con le persone in fuga: oltre 260mila da mercoledì a sabato, secondo Novaya Gazeta Europe. La guardia di frontiera finlandese ha comunicato che oltre 8.300 russi hanno attraversato il confine domenica: il doppio rispetto alla settimana precedente. Mentre code di veicoli e di persone a piedi continuano ad allungarsi alla frontiera con la Georgia. In questa situazione si sono fatte sempre più insistenti le voci di un divieto per tutti i russi idonei alla leva di lasciare il Paese. Peskov per ora ha chiarito che “non è stata presa alcuna decisione sulla chiusura delle frontiere”, ma secondo alcuni media indipendenti la stretta potrebbe scattare già il 28 settembre.
    Intanto la guerra lascia dietro di sé nuovi orrori. I soldati ucraini avrebbero individuato una fossa comune, l’ultima di una lunga serie, in un allevamento di polli nella regione di Kharkiv, utilizzato dai russi come deposito prima del loro ritiro. Le indagini sono rallentate perché l’area è ancora nel raggio dell’artiglieria del nemico, ma il timore è di trovarvi un centinaio di corpi, tra soldati e civili.    

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    Elezioni: al Centrodestra 235 deputati e 112 senatori

    (ANSA) – ROMA, 26 SET – Sono 235 i seggi conquistati dal
    centrodestra alla Camera in seguito ai risultati delle elezioni
    politiche. Secondo i dati diffusi dal Viminale, la coalizione di
    centrosinistra avrà invece 80 seggi, il Movimento 5 Stelle 51,
    il Terzo Polo 21. Tre seggi vanno alla Südtiroler Volkspartei e
    uno al movimento “De Luca sindaco d’Italia”.   
    Sono invece 112 – sempre secondo i dati del Viminale – i
    candidati della coalizione di centrodestra eletti senatori,
    contro i 39 del centrosinistra. I Cinquestelle hanno eletto 28
    senatori, mentre 9 sono di Azione/Italia Viva. Un senatore è
    stato eletto nella lista ‘De Luca sindaco d’Italia’. C’è poi un
    senatore eletto in Valle d’Aosta, 6 in Trentino Alto Adige – due
    per l’Svp, due per il centrodestra e due per il centrosinistra –
    e 4 nelle Liste Estero (3 vanno al Pd e uno al Maie). (ANSA).   

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    Camera: al centrodestra 235 seggi, al centrosinistra 80

    Sono 235 i seggi conquistati dal centrodestra alla Camera in seguito ai risultati delle elezioni politiche. Secondo i dati diffusi dal Viminale, la coalizione di centrosinistra avrà 80 seggi, il Movimento 5 Stelle 51, il Terzo Polo 21. Tre seggi vanno alla Südtiroler Volkspartei e uno a “De Luca sindaco d’Italia”.
    Sono 147 i seggi uninominali assegnati alla Camera: 121 sono andati al centrodestra, 12 alla coalizione di centrosinistra, 10 al Movimento Cinque Stelle, due al Südtiroler Volkspartei e uno al movimento dell’ex sindaco di Messina Cateno de Luca e uno al Valée D’Aoste. Ecco gli eletti secondo il sito del Viminale.
    – CENTRODESTRA:
    Andreuzza GiorgiaArruzzolo GiovanniBagnai AlbertoBagnasco RobertoBattilocchio AlessandroBattistoni FrancescoBellomo DavideBenvenuti Gostoli Stefano MariaBicchielli GiuseppeBisa IngridBitonci MassimoBordonali SimonaBrambilla Michela VittoriaBuonguerrieri AliceCaiata SalvatoreCalderone Tommaso AntoninoCalovini GiangiacomoCandiani StefanoCangiano GerolamoCannata Giovanni LucaCannizzaro FrancescoCaparvi VirginioCappellacci UgoCaretta Maria CristinaCarloni MircoCasasco MaurizioCattaneo AlessandroCattoi VanessaCavandoli LauraCavo IlariaCesa LorenzoCiaburro MonicaCiancitto Francesco Maria SalvatoreCiocchetti LucianoCoin DimitriColosimo ChiaraColucci AlessandroComaroli SilvanaCongedo SaverioCoppo MarcelloCrippa AndreaD’Attis MauroDalla Chiesa RitaDara AndreaDe Bertoldi AndreaDe Corato RiccardoDelmastro Delle Vedove AndreaDondi DanielaFerro WandaFontana LorenzoFoti TommasoFrassinetti PaolaFrassini RebeccaFreni FedericoFurgiuele DomenicoGardini ElisabettaGatta GiacomoGava VanniaGiagoni DarioGiglio Vigna AlessandroGiorgetti GiancarloGiorgianni Carmen LetiziaGiovine SilvioGusmeroli Alberto LuigiIaia DarioLampis GianniLatini GiorgiaLupi MaurizioMaccanti ElenaMalaguti MauroMantovani Lucrezia Maria BenedettaMarta FascinaMaschio CiroMatera MariangelaMatone SimonettaMazzetti EricaMeloni GiorgiaMinardo AntoninoMolinari RiccardoMolteni NicolaMontaruli AugustaMontemagni ElisaMorrone JacopoNevi RaffaeleNisini TizianaNordio CarloOsnato MarcoOttaviani NicolaPalombi AlessandroPanizzut MassimilianoPella RobertoPellicini AndreaPierro AttilioPisano CalogeroPolo BarbaraRaimondo Carmine FabioRampelli FabioRavetto LauraRixi EdoardoRizzetto WalterRomano Francesco SaverioRossello CristinaRossi FabrizioRotondi GianfrancoRotelli MauroRubano Francesco MariaRuspandini MassimoSaccani GloriaSasso RossanoSemenzato MartinaSorte AlessandroStefani AlbertoSudano Valeria Maria CarmelaTajani AntonioTenerini ChiaraTesta GuerinoTrancassini PaoloVarchi Maria CarolinaVietri Maria ImmacolataZiello EdoardoZucconi Riccardo
    – CENTROSINISTRA:
    Bonelli AngeloCiani PaoloDella Vedova BenedettoDe Maria AndreaFossi EmilianoGianassi FedericoMagi RiccardoMalavasi IleniaMerola VirginioMorassut RobertoPastorino LucaTabacci Bruno
    – MOVIMENTO CINQUE STELLE:
    Aiello DavideAmato GaetanoAuriemma CarmelaCarotenuto DarioCaso AntonioCosta SergioDi Lauro CarmelaOrrico Anna LauraPellegrini MarcoPenza Pasqualino
    – DE LUCA SINDACO D’ITALIA:
    Gallo Francesco
    – SÜDTIROLER VOLKSPARTEI:
    Gebhard RenateSchullian Manfred
    VALÉE D’AOSTE:
    Franco Manes
    Nel proporzionale, Fratelli d’Italia conquista 69 seggi, la Lega 23, Forza Italia 22 e nessuno Noi Moderati. Nel centrosinistra 57 seggi per il Pd, 11 per Alleanza Verdi-Sinistra, nessuno per +Europa e Impegno Civico. Per M5S 51 seggi, 21 per il Terzo Polo e uno per Südtiroler Volkspartei. Nell’uninominale, invece, il centrodestra ha conquistato 121 seggi, il centrosinistra 12, M5S 10, nessuno per il Terzo Polo, 2 per Südtiroler Volkspartei e uno per Valée D’Aoste. A questi si aggiungono gli 8 deputati eletti all’estero: 4 per il Pd, due per la Lega e uno ciascuno per Maie e Movimento 5 Stelle.Sono 112 i candidati del centrodestra eletti senatori, contro i 39 del centrosinistra. I Cinquestelle hanno invece eletto 28 senatori, mentre 9 sono di Azione/Italia Viva. Un senatore è stato eletto nella lista ‘De Luca sindaco d’Italia’. C’è poi un senatore eletto in Valle d’Aosta, 6 in Trentino Alto Adige e 4 nelle Liste Estero. E’ quanto si rileva dal sito del Viminale.Per quanto riguarda i 112 senatori della coalizione di centrodestra, nel proporzionale ne sono stati eletti 34 di FdI, 13 della Lega, 9 di Fi. Altri 56 sono stati eletti nell’uninominale. Dei 39 senatori del centrosinistra, 5 sono stati eletti nell’uninominale. Dei 34 eletti nella quota proporzionale, 31 sono del Pd e 3 dell’Alleanza Verdi-Sinistra. Tra i 28 senatori dei Cinquestelle, sono 23 quelli del proporzionale e 5 dell’uninominale. Per Azione-Italia Viva tutti i 9 senatori sono stati eletti nel proporzionale. L’unico senatore della lista Luca sindaco d’Italia è stato eletto nell’uninominale. C’è poi il senatore eletto in Valle d’Aosta nell’uninominale che fa parte della coalizione di centrodestra. In Trentino Alto Adige sono stati eletti due senatori di Svp, due del centrodestra, due del centrosinistra. Per la circoscrizione Estero sono stati eletti 3 senatori nel Pd e 1 nel Movimento associativo italiani all’estero-Maie.Ecco la lista di tutti gli eletti nei 74 seggi uninominali al Senato: 59 sono andati al centrodestra, 7 alla coalizione di centrosinistra, 5 al Movimento 5 stelle, due al Südtiroler Volkspartei e uno al movimento dell’ex sindaco di Messina Cateno de Luca. Ecco gli eletti secondo il sito del Viminale.
    – CENTRODESTRAAlberti Casellati Maria ElisabettaAmbrogio PaolaBalboni AlbertoBergesio Giorgio MariaBerlusconi SilvioBernini Anna MariaBerrino GiovanniBiancofiore MicaelaBizzotto MaraBongiorno GiuliaBorghesi StefanoCentinaio Gian MarcoCiriani LucaCosenza GiuliaCraxi StefaniaDe Carlo LucaDe Poli AntonioDurigon Claudio    Fallucchi Anna MariaFarolfi MartaFazzone ClaudioGarnero Santanche’ DanielaIannone AntonioLa Pietra Patrizio GiacomoLa Russa Ignazio Benito MariaLeonardi ElenaLiris Guido QuintinoLotito ClaudioMarti RobertoMelchiorre FilippoMennuni Lavinia    Mieli EsterMinasi ClotildeMurelli ElenaMusumeci NelloNastri GaetanoNocco Vita MariaPera MarcelloPetrenga GiovannaPetrucci SimonaPirovano DaisyPotenti ManfrediPucciarelli StefaniaRapani ErnestoRauti IsabellaRomeo MassimilianoRonzulli LiciaRusso RaoulSallemi SalvatoreSilvestroni MarcoSisto Francesco PaoloSperanzon RaffaeleSpelgatti NicolettaTerzi di Sant’Agata GiuliomariaTestor ElenaTosato PaoloZaffini FrancescoZangrillo PaoloZedda Antonella
    – CENTROSINISTRACasini Pier FerdinandoCucchi IlariaGiorgis AndreaMisiani AntonioPatton PietroRando VincenzaSpagnolli Luigi    – MOVIMENTO 5 STELLEBevilacqua DoloresCastellone Maria DomenicaDe Rosa RaffaeleLopreiato AdaMazzella Orfeo
    – DE LUCA SINDACO D’ITALIAMusolino Dafne
    – SÜDTIROLER VOLKSPARTEIUnterberger JulianeDurnwalder Meinhard

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    Elezioni, Letta: 'Faremo opposizione dura e intransigente'

    Il segretario del Pd, Enrico Letta, al Nazareno per la conferenza stampa sul voto. Nella sede del Pd, a Roma, ci sono, fra gli altri, le capigruppo Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, il coordinatore della segreteria Marco Meloni e il tesoriere Walter Verini.
    “Faremo una opposizione dura e intransigente”. “Gli italiani e le italiane hanno scelto, una scelta chiara e netta, la destra, il governo avrà un governo di destra”, ha detto Letta. “Oggi è un giorno triste per l’Italia e l’Europa”.
    “Questa legislatura sarà la più a destra, è un rammarico profondo ma anche uno stimolo a continuare a lottare. Nei prossimi giorni riuniremo gli organi di partito per accelerare il percorso che porterà a un congresso”.
    Sarà “un congresso di profonda riflessione, sul concetto di un nuovo Pd che sia all’altezza di questa fida epocale, di fronte a una destra che più destra non c’è mai stata. Assicurerò con spirito di servizio la guida del Pd fino al congresso a cui non mi presenterò da candidato”, ha detto il segretario del Pd. 
    “I numeri dimostrano che l’unico modo per battere la destra era il campo largo, non è stato possibile non per nostra responsabilità”.  
    Quello di Azione è stato “fuoco amico” come dimostra “la candidatura di Calenda nel collegio di Emma Bonino, che ha finito per aiutare l’elezione della candidata di destra”. 
    “Oggi il Pd, pur con un risultato insoddisfacente, ma è il secondo partito del Paese e il secondo gruppo parlamentare e la prima forza di opposizione”, ha aggiunto Letta.   

    Zingaretti: “Divisi si perde, un problema senza il campo largo””Il problema non era il campo largo. Ma non averlo avuto. Divisi si perde tutti. La destra entra a Palazzo Chigi e deve riflettere chi per 3 anni non ha fatto altro che picconare in maniera ossessiva e miope questa idea e in genere la cultura unitaria del Pd. Organizziamoci come ha indicato ancora oggi Enrico Letta, per i prossimi appuntamenti a cominciare dalle prossime amministrative e Regionali”. Così in un post il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.
    Ricci verso la candidatura al congressoIl sindaco di Pesaro e coordinatore dei sindaci Pd, Matteo Ricci, è intenzionato a candidarsi al congresso per la guida del Pd. E’ quanto si apprende da fonti vicine al sindaco. “Già due anni fa – gli avrebbero detto i primi cittadini a lui più vicini, convincendolo a provarci – sei stato il primo ad allargare una maggioranza dì centrosinistra ai cinquestelle, con successo. Inoltre, per costruire un progetto nuovo, dobbiamo ripartire dalla provincia italiana, da lì dove non pesiamo più e dove continuiamo a perdere. Serve la sinistra di prossimità”.
    Serracchiani: “Congresso per rinnovamento totale””Il congresso sarà un passaggio fondamentale, se non faremo come al solito, riunendoci in gruppi per dividerci le stanze di una casa che rischia di rimpicciolirsi. No. Il congresso deve essere la ricostruzione collettiva del partito, il rinnovamento politico e programmatico per preparare l’alternativa, prima nelle città e nelle Regioni e poi a Roma. Non commetteremo l’errore di farne un’altra occasione per contarci, bensì per confrontarci, superare i limiti che abbiamo sperimentato in queste elezioni”. E’ l’auspicio della vicepresidente del Pd Debora Serracchiani.

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    Elezioni: da Santanché a Bonino, le sfide nei collegi. Chi ha vinto e chi ha perso

    Tra new entry e grandi esclusi sono molte le novità della neonata XIX Legislatura che ha portato la vittoria del Centrodestra.
    Palazzo Madama perde Emma Bonino, ma vede il ritorno di Silvio Berlusconi, l’ex premier ha infatti vinto nel collegio uninominale di Monza con il 50,31% delle preferenze. La pasionaria radicale invece non ce l’ha fatta e rimane fuori dal parlamento, nel seggio romano ha prevalso Lavinia Mennuni (FdI) che ha spiazzato anche Carlo Calenda salvato solo grazie al paracadute del proporzionale. Il leader di Azione sarà uno dei big che si confronteranno in Senato dove siederanno anche il leader di Iv Matteo Renzi, quello della Lega Matteo Salvini e il presidente uscente della Regione siciliana Nello Musumeci (FdI).
    Enrico Letta e Nicola Zingaretti siederanno tra i deputati come anche i leader di Verdi e Sinistra Italiana Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.
    Sbarca da Bruxelles a Montecitorio il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani. Ce l’ha fatta stavolta il forzista Claudio Lotito, il presidente della Lazio, diventa senatore per il Centrodestra, vincendo nel collegio uninominale in Molise. Resta in Senato anche l’ex presidente Elisabetta Casellati (Forza Italia), che ha conquistato il suo seggio correndo in Basilicata. Nelle sfide a due, che hanno coinvolto nomi storici della politica l’hanno spuntata, Daniela Santanché, Perferdinando Casini e Isabella Rauti. A Sesto San Giovanni, nella ormai ex Stalingrado d’Italia, la figlia di Pino ex segretario del Msi, fra i fondatori della Fiamma tricolore, ha fatto fuori Emanuele Fiano (Pd), figlio di Nedo Fiano, sopravvissuto ad Auschwitz.
    Daniela Santanché (FdI) a Cremona, ha avuto la meglio (52,17% voti) su Carlo Cottarelli (27,3%) e rimane a palazzo Madama. Pierferdinando Casini si appresta a vivere l’undicesima legislatura consecutiva da parlamentare, ha infatti vinto il collegio senatoriale di Bologna, fortino della sinistra, superando il critico d’arte Vittorio Sgarbi del centrodestra che ora è fuori. Tra gli affezionati riconfermati alla Camera anche Bruno Tabacci, Benedetto Della Vedova (+Eu) che a Milano ha avuto la meglio su Giulio Tremonti:l’ex ministro berlusconiano, che stavolta ha corso per FdI, rimane fuori dal parlamento. Il leghista Alberto Bagnai passa invece dal Senato alla Camera. Diventa senatrice Ilaria Cucchi, candidata del centrosinistra, eletta a Firenze dove ha superato, in un collegio che era considerato blindato per il centrosinistra, Federica Picchi candidata del centrodestra. Senatore per il Pd anche il virologo Andrea Crisanti. Montecitorio invece dà l’addio al ministro degli Esteri Luigi Di Maio sconfitto dall’ex ministro Sergio Costa (M5s) nel collegio uninominale di Napoli Fuorigrotta e acquista la compagna di Berlusconi, Marta Fascina, che vince a Marsala e viene eletta alla Camera.
    Dopo 28 anni potrebbe uscire dal parlamento Stefania Prestigiacomo (FI), anche se i conteggi non sono definitivi. Fuori anche l’ex ministra di Iv Teresa Bellanova. Ko elettorale per il senatore leghista Simone Pillon, attivo sul fronte conservatore dei diritti umani, e per la dem Monica Cirinnà sua storica antagonista sui temi sociali. Nessuna poltrona in Senato per Gianluigi Paragone, il suo partito, Italexit, non è riuscito a sfondare la soglia del 3% e rimane al palo anche il piddino Andrea Marcucci. Eletto in Campania, alla Camera, Gianfranco Rotondi, uno dei colonnelli di Silvio Berlusconi.
    Tra i deputati della nuova legislatura viene riconfermato Umberto Bossi, e sempre in area Lega l’ex magistrato Simonetta Matone, l’imprenditore Antonio Angelucci. Conquista una poltrona a Montecitorio l’avvocatessa no vax Renate Holzeisen che a Bolzano sfiora il 9% (8,94%). Dalla tv all’Aula della Camera, è il salto che farà Rita Dalla Chiesa che ha vinto in Puglia per FI.
    Come sono finite le sfide

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    La conferenza stampa di M5s Conte: 'Letta si assuma le sue responsabilità'

    In corso la conferenza stampa del Movimento 5 stelle con il presidente Giuseppe Conte. Il voto per il M5s è “un grande successo che ci attribuisce grande consenso per affrontare questa legislatura e condurre le nostre battaglie in modo intransigente” ha detto Conte.
    “Faccio gli auguri a Giorgia Meloni per il compito che le spetta. Noi saremo pronti a difendere i nostri valori e principi costituzionali, consapevoli della rimonta straordinaria della nostra forza politica con questa investitura popolare”. Lo dice il presidente M5s, Giuseppe Conte, in conferenza stampa
    “Letta oggi ha puntato il dito contro di me in modo esplicito ed univoco. Quando c’è una sconfitta, come nel caso del Pd, è bene che un leader non cerchi capi espiatori a cui addossare la responsabilità”. Lo dice il presidente del M5s, Giuseppe Conte, in conferenza stampa. “Ho già detto che non ci sarà dialogo con questo gruppo dirigente (del Pd) ma la questione non è personale. I punti sono politici. Non è solo questione di gruppo di dirigente ma di agenda. Bisogna vedere quale Pd verrà fuori” dopo il congresso. Lo dice il presidente del M5s, Giuseppe Conte, in conferenza stampa.
    “Se verrà toccato il reddito di cittadinanza la nostra opposizione non sarà dura, ma sarà durissima. Non faremo sconti” ha detto il presidente del M5s, Giuseppe Conte.
    “Invito il centrodestra, che ovviamente si candida a guidare il Paese, a comprendere che quando non si è maggioranza reale nel Paese è bene non avventurarsi in progetti di riforma costituzionale senza una reale condivisione con tutte le forze politiche. Altrimenti il rischio evidente è quello di una bocciatura sonora, come quella che prese Renzi”. Lo dice il presidente del M5s, Giuseppe Conte,
    “Non siamo il partito del Sud, ma la forza politica che ricevuto una grande investitura al Sud. Questo ci legittima a contribuire a superare a il divario nord-sud e a contribuire a un processo riformatore basato sulla crescita economica, non assistenziale, del sud”. Lo dice il presidente del M5s, Giuseppe Conte, in conferenza stampa dove annuncia “la possibilità che sia io a rappresentare il collegio Lombardia alla Camera e rappresentare, quindi, l’Italia intera”.

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    Giorgia Meloni dal palco ringrazia il compagno Andrea Giambruno

     “Voglio ringraziare la mia famiglia, Andrea, mia figlia, mia sorella, mia madre. Tutti quelli per i quali io ci sono stata meno di quanto loro ci fossero per me”, ha detto nella notte Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, concludendo il suo intervento nella sede di partito.

    Elezioni, dopo la vittoria Meloni ringrazia il compagno, la figlia e lo staff

    Andrea Giambruno, giornalista Mediaset, 41 anni, conduttore di Studio aperto, è il compagno di Giorgia Meloni e padre della loro figlia Ginevra, 6 anni. In un’intervista al Corriere Giorgia Meloni definì Andrea Giambruno “un padre fantastico, presentissimo. Passa a Milano una settimana al mese, ma quando è qui lavora quasi sempre di sera e durante il giorno sta molto con Ginevra. Ci alterniamo, ci aiutiamo, ci completiamo”.

    Giorgia Meloni con la figlia. Dal profilo Facebook Giorgia Meloni

    Il 25 settembre Giorgia Meloni ha pubblicato una foto che la ritrae in un abbraccio con la figlia, post accompagnato da queste parole: “Grazie per la pazienza che hai avuto in questi anni amore mio. Grazie per come, nonostante i tuoi sei anni, hai capito, e sopportato le mie troppe assenze. Grazie per come mi corri incontro quando torno a casa, e per quando mi dici “mamma in bocca al lupo!”. E’ tutto per te. Ti amo” così un post del presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sul suo profilo Facebook.

    Agenzia ANSA

    Lettera su Facebook alla vigilia del voto (ANSA)