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    Borrell: “Almeno 13 miliardi per sostegno militare all’Ucraina”. Ma potrebbero essere di più

    Bruxelles – Aiuti finanziari militari, il tesoro a dodici stelle cresce sempre più. Fin qui, in termini di denaro, all’Ucraina sono stati garantiti “almeno 13 miliardi di euro” tra risorse messe a disposizione dallo Strumento europeo per la pace (Epf) e contributi dei singoli Stati membri. Le cifre le offre l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Josep Borrell, rispondendo a un’interrogazione parlamentarie sulla strategia di assistenza a Kiev.
    “Il sostegno militare dell’Ue all’Ucraina comprende 3,6 miliardi di euro attraverso l’Epf oltre all’assistenza bilaterale degli Stati membri, per un totale di almeno 13 miliardi”. Ecco le cifre, che però non sono consolidate. Si tratta di stime, si affermano a chiarire a Bruxelles. I governi non sono obbligati a condividere con l’esecutivo le informazioni riguardanti iniziative di sostegno nazionali. La Commissione europea dunque non dispone delle quote Paese.
    A Bruxelles però sugli ordini di grandezza qualche idea c’è. Si stima che oltre a quanto finanziato dall’Epf gli Stati membri abbiamo speso circa 3-4 volte di più a livello bilaterale. Per cui, alla fine, la somma di risorse Ue e contributi dei vari Stati membri “potrebbe raggiungere i 20 miliardi di euro” per l’assistenza militare europea complessiva, confidano fonti Ue. Si tratta solo del denaro necessario per rispondere all’offensiva russa. Poi ci sono gli aiuti umanitari e il rifornimento di mezzi, munizioni e armi, due capitoli diversi.

    L’Alto rappresentante fornisce la stima dei contributi finanziari, risultato di finanziamenti Ue e contributi nazionali bilaterali. A Bruxelles si chiarisce: “Sono stime, potrebbero essere 20 miliardi”

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    Il Parlamento Ue ai leader: “Preparare risposta a eventuale attacco nucleare russo”

    dall’inviato a Strasburgo – Sostegno per la difesa dell’Ucraina, ancora di più. L’imperativo è “aumentare massicciamente l’assistenza militare, in particolare nelle aree richieste dal governo” di Volodymyr Zelenskyy ucraino. L’Aula del Parlamento europeo vuole dai Ventisette una risposta ancora più ferma e decisa, e nella risoluzione approvata a larghissima maggioranza (504 voti a favore, 26 contrari e 36 astensioni) si invita anche ad andare oltre l’ottavo pacchetto di sanzioni. Paesi UE e i partner internazionali sono invitati a “preparare una risposta rapida e decisiva nel caso in cui la Russia dovesse condurre un attacco nucleare” contro l’Ucraina.
    E’ forse questo il messaggio politico più forte del testo licenziato a Strasburgo, da dove arriva comunque la richiesta ad “adottare ulteriori severe sanzioni” quale risposta ai referendum indetti da Putin per annettere gli oblast di Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia. Un modo per dimostrare unità di intenti con Commissione e Consiglio sull’ottavo pacchetto di misure sanzionatorie e magari inasprirlo ancora di più. Ma di fronte alle ” irresponsabili e pericolose”  minacce russe di ricorrere all’utilizzo di armi nucleari si avverte la necessità di lavorare già a contromisure adeguate, con l’auspicio di non dovervi mai ricorrere.
    In parallelo, continuare nell’assistenza militare. “E’ chiaro che la fine della guerra dipende esclusivamente da quante armi l’Occidente saprà dare all’Ucraina“, scandisce Siegfried Muresan, vice presidente del gruppo dei popolari (Ppe), che insiste lungo il solco tracciato ormai da mesi. L’impegno dell’Ue a rifornire quanto più possibile Kiev è stato assunto da mesi, e ora si intende andare avanti. C’è la sensazione che l’avanzata russa abbia perso di slancio, e che questo sia il momento di insistere. Mosse delicate ma obbligate dalla situazione. “Un attacco nucleare non dissuaderà l’Unione Europea dal fornire ulteriore assistenza all’autodifesa dell’Ucraina”, il messaggio che arriva da Strasburgo.

    La richiesta nella risoluzione approvata a larga maggioranza. Si invita anche a intensificare il rifornimento di armi all’Ucraina, e di essere pronti a nuove sanzioni