More stories

  • in

    “Essere in regola” è il titolo del Cortile di Francesco 2023

    (ANSA) – ASSISI (PERUGIA), 11 LUG – “Essere in regola” è il
    titolo della nona edizione del Cortile di Francesco che si terrà
    ad Assisi dal 14 al 16 settembre e che vedrà intervenire e
    dialogare personalità della società civile e delle istituzioni,
    artisti, persone di scienza e giornalisti, persone comuni,
    rappresentanti ecclesiali e imprenditori.   
    Saranno presenti, tra gli altri, la storica ed esperta di
    francescanesimo Maria Pia Alberzoni, il giornalista Paolo
    Borrometi, la professoressa Maria Falcone, il biologo Stefano
    Mancuso, il teologo e giornalista Antonio Spadaro e l’economista
    Stefano Zamagni.   
    L’appuntamento, promosso dai frati minori conventuali del
    Sacro Convento di San Francesco, quest’anno si inserisce appieno
    nel cammino del grande centenario francescano articolato in
    cinque anniversari su quattro anni (2023-2026). Al contempo –
    spiegano gli organizzatori in una nota -, questa sarà
    l’occasione per riflettere insieme agli ospiti di questa
    edizione dell’evento, e vivere un’esperienza di arricchimento
    reciproco a partire dai vari significati che questo tema può
    assumere dal punto di vista politico e scientifico, religioso e
    filosofico, psicologico e sociale. (ANSA).   

  • in

    La Nato accorcia i tempi per l’adesione dell’Ucraina

    Gli alleati hanno deciso di eliminare il Map per l’Ucraina – ovvero il Membership Action Plan, il percorso di riforme necessario per entrare nella Nato – quando verrà il momento per Kiev di far parte del Patto Atlantico.
    Il pacchetto ideato dal segretario generale Jens Stoltenberg per permettere agli alleati di andare oltre la promessa vaga del summit di Bucarest, nel 2008, ha dunque ottenuto la luce verde da parte di tutti. Volodymyr Zelensky vorrebbe di più: una menzione chiara all’invito a guerra finita, senza se e senza ma. I negoziati, alla vigilia del vertice di Vilnius, continuano. Eppure pare difficile che l’Ucraina la spunti.
    Gli Usa e la Germania, infatti, sarebbero “irremovibili”. Per Washington e Berlino impegnarsi ora non avrebbe senso, le incognite sono ancora troppe. La controffensiva ucraina ad esempio avanza, ma lentamente. A Mosca un giorno sì e l’altro pure evocano l’Armageddon nucleare. L’ingresso dell’Ucraina nella Nato avrebbe “conseguenze molto, molto negative” e richiederebbe alla Russia una reazione “ferma”, ha ribadito per l’ennesima volta il portavoce di Putin, Dmitry Peskov. Insomma, se il Cremlino non ha un veto su chi può entrare e chi no – gli alleati su questo concordano – serve avanzare con prudenza. E il pacchetto elaborato da Stoltenberg per trovare un punto di caduta tra i progressisti e i conservatori dell’Alleanza viene giudicato “sufficiente e bilanciato”. Il quadro sarà poi completato dalle “garanzie di sicurezza” bilaterali che molte capitali stanno concordando tra loro – tra cui l’Italia – e presto saranno presentate (forse non a Vilnius, per ragioni di tempo).

    Agenzia ANSA

    Alla vigilia del vertice della Nato di Vilnius, il presidente Volodymyr Zelensky chiede un “segnale chiaro” sull’adesione dell’Ucraina all’Allaenza atlantica. “L’Ucraina merita di far parte dell’Alleanza. (ANSA)

    Il lodo Stoltenberg, oltre alla rimozione del Map, che trasformerà l’adesione dell’Ucraina da “un processo in due fasi a uno in un’unica fase”, prevede allora un programma di aiuto annuale da 500 milioni di euro per rendere le forze ucraine sempre più interoperabili con quelle della Nato. All’Alleanza sottolineano come si tratti di un passo avanti “concreto”. Poi il rafforzamento dei legami politici con la creazione del Consiglio Nato-Ucraina, che debutterà mercoledì, al secondo giorno del vertice, con la presenza di Zelensky. “Siederà alla pari con gli altri 31 alleati, più la Svezia: non è solo cerimonia, si tratta di uno sviluppo importante”, precisa un diplomatico alleato. La rimozione del Map è stata accolta con favore dal ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Che dopo averla annunciata, su Twitter ha commentato: “È una decisione a lungo attesa e accorcia il nostro percorso verso la Nato”. Resta dunque solo il nodo dell’invito. “Sono certo che tutti gli alleati concorderanno su un messaggio molto chiaro per quanto riguarda l’Ucraina”, ha tagliato corto Stoltenberg.
    Altro pilastro del summit – forse mediaticamente meno appetibile sebbene cruciale – è il capitolo “difesa e deterrenza”. Ci sono i piani di sicurezza regionali da approvare, la rivoluzione più rilevante dalla fine della Guerra Fredda: coprono il nord, il centro e il sud dell’Alleanza e sono propedeutici per mettere a terra il Nuovo Modulo Forze della Nato, quei 300.000 uomini ad alta prontezza d’intervento che saranno chiamati a difendere “ogni metro di suolo alleato” per i prossimi anni a venire.
    Ecco, tutto ciò costa. Da nove anni a questa parte la spesa militare dei Paesi europei e del Canada è crescita costantemente ma non basta, i dividendi della pace post crollo dell’Urss sono terminati. A Vilnius si dovrà dunque aprire il portafoglio: dal 2024 il 2% del Pil dovrà essere il minimo. Resta da capire quanto in fretta raggiungere quella soglia. Alcuni alleati – come l’Italia – chiedono una curva dolce, altri severissima. È previsto un compromesso.   

  • in

    I media Usa: “Biden viola il protocollo e tocca re Carlo sul braccio”

    I media americani, soprattutto i tabloid filorepubblicani, si sono sbizzariti a commentare l’immagine nella quale Joe Biden, arrivato a Windsor Castle per il suo incontro con re Carlo, afferra il braccio del sovrano e gli appoggia una mano sulla schiena.
    Un gesto banale e molto comune per il presidente americano che è solito essere abbastanza affettuoso con i suoi interlocutori ma che, mettono in evidenza i media, viola il protocollo della corona britannica.
    Per il New York Post, invece, il gesto non sarebbe stato volontario bensì l’ennesima dimostrazione della fragilità fisica del commander-in-chief 80enne che “per non cadere” si sarebbe aggrappato a Carlo III.   

  • in

    Abodi: Jantko? Rispetto le scelte anche se non amo ostentazioni

    E’ polemica sulle dichiarazioni del ministro dello Sport Abodi in merito al calciatore Jankto che pochi mesi fa ha fatto coming out. “Non amo le ostentazioni”, ha detto Abodi, attirando alcuni attacchi dalle opposizioni. Schlein: “Dal ministro un classico argomento omofobo”.  Sono affermazioni molto gravi. Magi: “Chieda scusa”. Argigay e Gaynet chiedono un incontro con Abodi.
    Abodi: Jantko? rispetto le scelte anche se non amo ostentazioni”La società probabilmente, in generale, ancora qualche passo in avanti può farlo. Per quanto mi riguarda, è prima di tutto una persona e secondo è un atleta.  Non faccio differenze di caratteristiche che riguardano la sfera delle scelte personali. Se devo essere altrettanto sincero non amo, in generale, le ostentazioni, ma le scelte individuali vanno rispettate per come vengono prese e per quelle che sono. Io mi fermo qui”, ha dichiarato Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i giovani, a 24 Mattino su Radio 24 rispondendo ad una domanda sul ritorno in Italia, al Cagliari, di Jakub Jankto, il calciatore ceco che pochi mesi fa ha dichiarato pubblicamente di essere omosessuale.
    Il ministro ha poi replicato alle critiche: “Ad esser corretti ho risposto dicendo: per me esistono le persone. Ho parlato di rispetto per le scelte e, aggiungo con convinzione e per correttezza, per la natura umana. Rispetto è un valore non equivocabile, da garantire. Poi, posso non condividere alcune espressioni del Pride?”.
    Schlein: da Abodi un classico argomento omofobo”È uno dei classici argomenti omofobi. Fate pure quello che volete basta che non si veda. Sono affermazioni molto gravi. Sarebbe opportuno che chi sta nelle istituzioni agevolasse il coming out, soprattutto nello sport. È importante che le istituzioni siano al fianco di chi si dichiara”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein a Metropolis, il web talk del gruppo Gedi, a proposito delle recenti dichiarazioni del ministro Abodi a proposiyo di Jakub Jankto. “Non c’è nessuna ostentazione – aggiunge Schlein – nel dichiarare quello che si è. Mi sembra un argomento contro i gay pride, e non a caso la destra in Lazio ha tolto il patrocinio alla manifestazione. In questo modo, non si svolge bene il proprio ruolo. Le istituzioni devono essere i luoghi di tutti e di tutte, anche della comunità Lgbtqia+”.
    Magi: Abodi chieda scusa a Jankto e alla comunità Lgbti+ “Leggo le dichiarazioni del ministro dello Sport Abodi e capisco perchè nello sport esiste ancora tanta tanta omofobia. Jankto ha detto solo di essere una persona Lgbti+. Di quale ostentazione parla Abodi? La verità è che come in altri ambiti della società, gli sportivi sono molto più avanti dei loro dirigenti, che rappresentano un mondo che non esiste più. Anzi, persone come Jankto aiutano altri sportivi, in particolare in un ambiente omofobo come quello del calcio, a fare coming out. Ed è questo il significato dei Pride, anch’essi bollati come ostentazione dal ministro: aiutare le persone a vivere la propria sessualità in maniera gioiosa e non invece, come vorrebbe Abodi, nascondendosi. La vera domanda che dovrebbe porsi il Ministro è perchè nello sport così poche persone si sentono libere di dichiarare la propria sessualità rispetto ad altri settori. Si faccia questa domanda e si dia una risposta. Abodi chieda scusa a Jankto e a tutta la comunità LGBTI+”. Lo dichiara Riccardo Magi, segretario di +Europa.
    Scalfarotto: un ministro di un grande Paese non parla come Abodi “Scelte, ostentazioni, eccessi del Pride… cose che un ministro di un altro paese avanzato non si sognerebbe nemmeno di pensare, figurarsi dichiararle alla stampa. Ma perché in Italia si deve fare così tanta fatica?”. Cosi Ivan Scalfarotto, senatore di Azione-Italia Viva, in un tweet riguardo le dichiarazioni del ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, sul Pride.
    Picierno: inorridita dalle parole di Abodi su Jankto”Resto inorridita per le parole usate dal Ministro Andrea Abodi che definisce ‘ostentazione’ la scelta del calciatore Jakub Jankto di dichiarare il proprio orientamento sessuale. Le affermazioni del Ministro risultano spiacevoli e inopportune, a maggior ragione perché ricopre una carica istituzionale. Purtroppo si tratta dell’ennesimo segnale che rivela la cultura politica omofoba e retrograda di questo Governo, il cui posizionamento in termini di diritti sembra voler cancellare anni di conquiste e di progresso”. Lo scrive su twitter la vice presidente dell’Eurocamera Pina Picierno.
    Arcigay e Gaynet: un incontro con Abodi per parlare di coming out “C’è ancora molta confusione sull’importanza del coming out, nello sport e nella società. Ci sono dati scientifici chiari che lo dimostrano, insieme all’esperienza dello sport di base e delle realtà Lgbt+. La discriminazione delle persone Lgbt+ è evidente: 6 persone su 10 hanno sperimentato il linguaggio omotransfobico nello sport: il 41% non dichiara il proprio orientamento sessuale o identità di genere, il che significa vivere con una maschera in qualsiasi contesto sociale (Ricerca Outsport 2019). Il successo delle iniziative delle nostre associazioni nello sport dimostrano che c’è un’urgente bisogno di dialogo tra istituzioni e società civile Chiediamo quindi un incontro al ministro Abodi, che nell’intervista di oggi a Radio 24 ha commentato il coming out di Jankto associandolo all’idea di ostentazione, per illustragli il lavoro svolto sino ad ora su questo terreno con gli enti di promozione sportiva, le realtà sportive e il presidente della Lega Dilettanti Giancarlo Abete”. Così in una nota congiunta Rosario Coco, Presidente Gaynet, e Marco Arlati, responsabile sport Arcigay Nazionale.

  • in

    Nuovo affondo di Report. Santanché: “Processo mediatico”

     Daniela Santanché va dritta per la sua strada. Direzione: l’aula di un tribunale, per difendersi dalle accuse della procura di Milano per i suoi affari con l’ex società Visibilia, e non certo le telecamere o i giornali.    “Quello che dovevo dire, l’ho detto in Senato. Non partecipo al processo mediatico”: la ministra di Fratelli d’Italia sembra rispondere così alla nuova puntata della saga aperta a giugno dal programma tv, Report, che in serata torna ad affondare il colpo. Da testimonianze e documenti raccolti dai giornalisti di Rai3 emergerebbe che la responsabile del Turismo avrebbe mentito difendendosi a Palazzo Madama, nell’informativa della settimana scorsa.    Non si deposita, insomma, il polverone che avvolge da giorni l’esponente del governo Meloni. E nonostante al Senato resti in standby la sfiducia proposta dal Movimento 5 stelle per le sue dimissioni – richiesta in solitaria, ma Pd e Avs assicurano di essere pronti a votarla – e in attesa di una data per discuterla in aula. In ogni caso per la vicepresidente del Pd, Chiara Gribaudo, “se le anticipazioni di Report fossero confermate, Santanché avrebbe mentito in Parlamento”. E conclude: “Ogni minuto che passa senza le dimissioni da ministro è un’onta per le istituzioni” Indagata per bancarotta e falso in bilancio riguardante il gruppo editoriale ora in dissesto e che aveva fondato restandone alla guida fino all’anno scorso, Santanché però insiste: “La notizia è che ad oggi non ho ancora ricevuto l’avviso di garanzia”. Sono le uniche parole che i cronisti le strappano appena arrivata a un convegno sull’Europa al Pirellone insieme al collega di partito Marcello Pera. A differenza della premier Giorgia Meloni che, in missione in Lettonia, continua a tacere sulla vicenda, lei non ci sta a silenziarsi. Anzi, quasi rivendica di non sfuggire alle domande: “Io non ho nessun silenzio, ho già risposto”, ribatte alle telecamere. Intanto in attesa dei prossimi step giudiziari, è Report a tenere alto il caso. E manda in onda l’intervista a Federica Bottiglione, ex responsabile degli affari societari del gruppo Visibilia che parla per la prima volta a viso scoperto. La donna avrebbe ribadito “con prove documentali” di aver lavorato per Visibilia e per l’attuale ministra anche quando era in cassa integrazione Covid, a sua insaputa, (motivo per cui avrebbe fatto causa all’azienda). Fatto che Santanché ha negato, nell”arringa’ al Senato. Nella sua versione, Bottiglione riferisce inoltre di essere stata pagata con un rimborso chilometrico e di aver lavorato nel periodo di cassa integrazione anche al Senato nella segreteria dell’allora vicepresidente Ignazio La Russa.    L’attuale numero uno di Palazzo Madama ha già chiarito che la donna ha avuto un contratto di collaborazione part time, ma di aver verificato che non fosse in cassa integrazione. Parole che risalgono ai giorni scorsi. Anche La Russa infatti preferisce restare fuori dai radar pubblici e oggi a rappresentare la Camera alta ai funerali di Arnaldo Forlani è andato uno dei decani del Senato, Pier Ferdinando Casini.    Report però non molla e nella sua inchiesta tv parla anche della società di investimenti Ki Group, collegata a Visibilia.    Su questa Santanché ha sostenuto che la sua partecipazione non ha mai superato il 5% di Ki Group. “Ma dai documenti in nostro possesso – spiega il programma – dimostreremo che fin dal 2013, Santanché possedeva il 14,9% di controllo della società”.       

  • in

    Dalla Francia no alla ‘neofascista’ Beatrice Venezi

    Diverse associazioni di Nizza hanno protestato oggi contro contro l’arrivo della direttrice d’orchestra italiana Beatrice Venezi, consigliera del governo di Giorgia Meloni. Le associazioni la definiscono “neofascista” e chiedono l’annullamento dell’invito fatto dal Comune alla Venezi per dirigere l’Orchestra filarmonica locale per il tradizionale balletto di Natale e per il Concerto di Capodanno.
    Riunite nel collettivo “Touscitoyens06”, le associazioni esprimono in un comunicato la loro “opposizione” alla partecipazione di “una direttrice d’orchestra neofascista” e chiedono al sindaco Christian Estrosi, che fa parte della maggioranza macroniana, e al direttore generale dell’Opera, Bertrand Rossi, “di annullare l’evento”.
    Proteste si erano già verificate per il coinvolgimento della Venezi ad aprile all’Opera di Limoges, nel centro della Francia. In una reazione al comunicato, il direttore dell’Opera di Nizza afferma che “la musica ha il potere di superare gli schieramenti e di riunire gli individui attorno a un’esperienza comune” e che si deve quindi “separare l’arte dalla politica”.
    “Come istituzione culturale, il nostro ruolo è favorire la libera espressione artistica e creare un’atmosfera in cui tutti possano sentirsi a proprio agio e rispettati, indipendentemente dalle proprie affiliazioni politiche”, ha aggiunto Rossi, ricordando che la Venezi “direttrice d’orchestra di talento, di fama internazionale”, era già stata accolta a Nizza per un concerto nel 2022.
    Sangiuliano: ‘Venezi è una grande artista, forza Beatrice'”Beatrice Venezi è una grande artista e una straordinaria professionista. Sono orgoglioso di averla al mio fianco come consigliere per la musica”, scrive su twitter il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano intervenendo sulla protesta in Francia. “Chi a Nizza vorrebbe impedirle di esercitare la sua arte dimostra tutta la sua ignoranza e va contro quei principi di libertà e democrazia che sostiene di voler difendere. Forza Beatrice!”, conclude il ministro.

    1/2 Beatrice Venezi è una grande artista e una straordinaria professionista. Sono orgoglioso di averla al mio fianco come consigliere per la musica. pic.twitter.com/fi1XCThakw
    — Gennaro Sangiuliano (@g_sangiuliano) July 10, 2023

  • in

    Facci: “Io sono il pretesto per attaccare il governo”

    “Io sono il pretesto per cannoneggiare il governo. Qualsiasi giornalista in questa fase si trova a vivere una specie di ricatto, l’ha scritto anche Michele Serra qualche giorno fa”. Lo dice Filippo Facci in un’intervista a Repubblica.it nella quale sostiene anche di non essere affatto rassegnato a perdere la conduzione della nuova striscia quotidiana pensata per Rai2, dopo le polemiche per un suo articolo sulla denuncia per violenza sessuale nei confronti del figlio di Ignazio La Russa.
    Sulle conseguenze economiche di un eventuale stop, il giornalista sostiene che “la Rai non paga così tanto, ma sono soldi che mi servirebbero a campare. Comunque ripeto: sono un pretesto per battaglie molto più grandi di me, addirittura vengo messo assieme a Eugenia Roccella quando poi è una vita che le scrivo contro per le sue posizioni anti-abortiste”.Ma lei alla fine è di destra o no? “Per niente, mai. Ho scritto sull’Unità e su Repubblica a 24 anni. Sono radicale e l’unica direzione che mi è stata proposta fu Radio Radicale, da Marco Pannella. Non sono un personaggio dell’egemonia culturale della destra, come ha scritto qualcuno, non vado neanche in redazione, semmai vado in montagna”.
    Facci commenta anche la decisione presa dalla Questura di Milano, che ha inviato nei giorni scorsi un provvedimento di ammonimento per stalking nei suoi confronti a seguito delle dichiarazioni della ex compagna da cui ha avuto due figli. “Questione di pochissimo conto, parliamo di una persona che io ho lasciato nel 2019, non è la mia ex moglie ma la madre dei miei figli – dice ancora il giornalista a Repubblica.it -. Lo stalking non è di chi lascia, no? E l’ho lasciata per un’altra donna con cui andrò a convivere. Comunque si tratta di uno scambio di mail e basta, tra l’altro questa persona l’ho anche denunciata io perché mi ha messo le mani addosso davanti ad altre persone”. 

  • in

    Funerali di Stato di Forlani. Tajani: ‘Grande protagonista’

     Funerali di Stato oggi per Arnaldo Forlani, ex presidente del Consiglio e segretario della Democrazia Cristiana, nella basilica dei Santi Pietro e Paolo a Roma alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Le esequie sono state celebrate da monsignor Vincenzo Paglia. Nei primi banchi riservati alle autorità, il presidente della Camera Lorenzo Fontana, il senatore Pier Ferdinando Casini in rappresentanza del Senato della Repubblica, la vicepresidente della Corte Costituzionale Daria De Petris, la ministra Anna Maria Bernini in rappresentanza del governo. Presenti anche diversi esponenti politici, tra cui Paolo Cirino Pomicino, Bruno Tabacci, Matteo Renzi, Giorgio Mulé, Gianni Letta, Nicola Zingaretti. Per oggi è proclamato un giorno di lutto nazionale. Nel corso della cerimonia, su un lato della basilica, un anziano militante ha tenuto in alto un bandiera bianca con lo scudo crociato rosso e la scritta “libertas”, storico simbolo del partito. Il feretro di Arnaldo Forlani ha lasciato la basilica dei Santi Pietro e Paolo a Roma salutato da un lungo applauso.
    “Un grande protagonista della politica italiana”. Con queste parole il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha voluto rendere omaggio a Arnaldo Forlani, originario della Marche, durante una conferenza stampa ad Ancona nell’ambito della trilaterale Italia-Slovenia-Croazia. “Ho avuto la fortuna di conoscerlo da giornalista e di frequentarlo da politico, credo sia giusto rendergli omaggio, come ministro e come parlamentare, per ciò che fa fatto per il nostro paese e per la sua regione”, ha sottolineato Tajani nel ricordo del leader della Dc recentemente scomparso.