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    Delega fiscale, altri ritocchi ma si punta all’ok entro l’estate

    (ANSA) – ROMA, 11 LUG – Sono circa 250 gli emendamenti
    segnalati che dovrebbero essere votati a Montecitorio tra oggi e
    domani sulla delega fiscale. Niente fiducia, dunque, anche se il
    provvedimento è di fatto blindato in questo passaggio e le
    proposte di modifica, tutte di opposizione dovrebbero essere
    tutte respinte. Il testo, passerà poi al Senato in seconda
    lettura dove dovrebbe subire dei ritocchi per tornare in terza
    lettura a Montecitorio. L’auspicio del governo è quello di
    chiudere entro la pausa estiva. Nei giorni scorsi il
    viceministro Maurizio Leo ha dato questa indicazione per poter
    poi predisporre i decreti delegati in autunno. (ANSA).   

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    Schlein, intervenire su rendite e redditi da capitale

    (ANSA) – ROMA, 11 LUG – “Se dobbiamo abbassare le tasse sul
    lavoro e imprese, sicuramente c’è una parte su cui poter
    intervenire: sono i redditi da capitale e le rendite, dove le
    aliquote sono basse. Rendere il sistema equo è necessario per
    fornire i servizi pubblici fondamentali ai cittadini”. Lo ha
    detto la segretaria del Pd Elly Schlein durante la conferenza
    stampa alla Camera sulla delega al governo per la riforma
    fiscale.   
    “Su successioni e donazioni non proponiamo nessuna nuova
    imposta. Ma l’imposizione bisogna renderla maggiormente
    progressiva”, ha aggiunto il responsabile Economia del Pd
    Antonio Misiani. (ANSA).   

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    Il Green Deal è al bivio al Parlamento Ue, legge sulla natura è in bilico

    In bilico non c’è solo un regolamento comunitario ma rischia di finirci l’intera architettura del Green Deal. Mercoledì, all’Eurocamera, andrà in scena lo scontro finale sulla proposta di legge per il ripristino della natura: sarà una votazione al buio, che giunge in coda a ben due bocciature in commissione al Pe. Sarà, soprattutto, un test per una possibile alleanza tra le destre e il Ppe, che sul pacchetto Fit for 55 ha assunto posizioni sempre più critiche. E la temperatura, a Strasburgo, sta salendo: martedì nella città alsaziana tornerà Greta Thunberg, paladina dell’ambientalismo targato Generation Z. “La legge sulla natura va sostenuta per mitigare la crisi climatica”, ha twittato l’attivista, presentando la protesta.
    Cosa prevede la legge sul ripristino della naturaLa legge sul ripristino della natura è uno dei pilastri del pacchetto clima della Commissione von der Leyen e si inserisce nella strategia sulla biodiversità per il 2030. Tra i suoi punti c’è la previsione di obiettivi giuridicamente vincolanti per gli Stati membri per il rispristino degli ecosistemi. I negoziati sulla proposta erano partiti all’insegna del dialogo. Ma, con il passare del tempo, anche la legge sulla natura ha risentito della frattura tra S&d e Popolari sui temi ambientali. Una frattura che ha visto più volte protagonista anche la maggioranza italiana, fortemente critica su alcuni aspetti del Fit for 55.
    “Il Ppe pensa che per il futuro europeo si deve alleare con la destra più radicale” ma “la destra non è in grado di costruire l’Europa. Anzi vuole fermarne la costruzione”, ha sottolineato il vice presidente della Commissione con delega al clima Frans Timmermans, in un’intervista a La Repubblica. E le sue parole non sono passate inosservate in Italia. “Le politiche di Timmermans confermano quanto questa Commissione sia distante anni luce dalla realtà e metta l’Europa in ginocchio”, ha tuonato la delegazione della Lega all’Eurocamera. Ma a mettere nel mirino Timmermans non ci ha pensato solo la politica.
    “Purtroppo abbiamo un commissario che sul tema della sostenibilità ha un approccio ideologico”, ha sottolineato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi rimarcando la necessità che Bruxelles torni al suo disegno iniziale, quello della “neutralità tecnologica”.
    Del resto, a destra e nel Ppe la contrarietà ad alcuni punti del Green Deal viene spiegata come una posizione volta, innanzitutto, a tutelare imprese e cittadini di fronte ai costi della rivoluzione verde. “Servono migliaia di miliardi per la transizione ecologica, il problema è chi paga”, ha osservato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti riproponendo il tema degli incentivi europei. Non a caso, la linea dell’Italia nel dibattito sul Patto di stabilità è quella di scorporare gli investimenti per il green e il digitale dal computo del debito. Linea che, tuttavia, tra i 27 appare al momento minoritaria.
    Mercoledì, nel frattempo, la legge sulla natura rischia di deflagrare in una clamorosa bocciatura. Renew, cercando un’ultima mediazione, ha presentato una serie di emendamenti che di fatto ripropongono il testo, più morbido, approvato inizialmente dal Consiglio. La presidenza spagnola e, sotto traccia, anche Ursula von der Leyen, stanno tentando un’ultima moral suasion, soprattutto nei confronti del Ppe. Anche perché, come spiegato dalla Commissione, in caso di bocciatura la legge non sarà ripresentata. Il Green Deal rischia quindi di diventare monco prima di una campagna per le Europee che proprio sull’ambiente avrà uno dei suoi terreni di battaglia. 

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    Abodi: ‘Parlerò con Jankto, spero tanti altri lo imitino’

     “Omofobo? È assurdo, mi dispiace che si dica questo di me, è molto lontano dal mio modo di essere. Si può discutere sul vocabolario da usare. Invece di dire scelte avrei potuto dire orientamento ma è del tutto evidente lo spirito di rispetto delle individualità”. Così il ministro dello Sport Andrea Abodi in una intervista alla Stampa.    “Si deve a tutti il rispetto per l’identità quindi vorrei mille coming out”, aggiunge affermando che Jankto ha fatto bene a chiarire il suo orientamento, “e spero che ognuno si senta libero. Mi sono già messo in contatto con la società ma parlerò anche con il ragazzo. Gli dirò che sono felice di quello che ha detto. Se arrivano cento coming out sarà solo positivo, vorrà dire che siamo più civili e aperti. Farò tutto quello che può servire per chiarire la mia posizione su questo argomento”.    Rispetto alle ostentazioni che trova fastidiose, Abodi afferma: “Mi riferivo al Pride e vorrei che si tenessero ben distinti questi due argomenti. Siamo in democrazia. Il Pride deve essere quello che gli organizzatori decidono che sia ma mi auguro di poter esprimere un sentimento nei confronti di certi eccessi estetici. Se gli organizzatori ritengono che questi eccessi possano trovare posto nei Pride mi va bene ma non mi si può togliere la possibilità di dire che alcune ostentazioni sono eccessive, è il mio pensiero”.

    Agenzia ANSA

    ‘Non faccio differenze di caratteristiche nella sfera privata’ (ANSA)

       

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    Conte contro Santanché, ha mentito in Senato deve dimettersi

    (ANSA) – ROMA, 11 LUG – “Il quadro della ministro Santanché
    si aggrava sempre più, dagli ultimi riscontri emerge che ha
    mentito quando è venuta al Senato, quindi ha mentito davanti al
    paese. Deve assolutamente dimettersi senza indugio. La
    presidente Meloni ha il dovere di salvaguardare l’onore delle
    istituzioni, di costringerla alle dimissioni”. Così Giuseppe
    Conte, leader di M5s, ai giornalisti davanti a Palazzo Madama.   
    (ANSA).   

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    Pd all’attacco sul Pnrr, Meloni venga in Aula

    (ANSA) – ROMA, 11 LUG – Opposizioni all’attacco sul possibile
    slittamento della quarta rata del Pnrr. “La presidente Meloni –
    dice la segretaria Dem Elly Schlein – si assuma le sue
    responsabilità e venga a spiegarci in Parlamento perché non si è
    ancora visto un euro della terza rata e perché rischia di
    slittare anche la quarta. Non possiamo perdere la storica
    opportunità del Pnrr perché il governo passa il suo tempo a
    difendere Santanchè, La Russa e Delmastro”. Anche i capigruppo
    Dem e il responsabile economia Antonio Misiani chiedono che la
    premier riferisca. “Si preveda subito un’informativa del governo
    con Meloni”, dice il co-portavoce nazionale di Europa Verde
    Angelo Bonelli. (ANSA).   

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    Oggi cabina di regia sulla quarta rata del Pnrr

    (ANSA) – ROMA, 11 LUG – Riunione d’urgenza della Cabina di
    regia del Pnrr convocata per oggi alle 13.30. All’ordine del
    giorno la “revisione della quarta rata del Pnrr”, oltre a varie
    ed eventuali, nella convocazione inviata ieri dal ministro
    Raffaele Fitto. La riunione si terrà a Palazzo Chigi, in Sala
    Verde. Fitto al termine terrà una conferenza stampa. (ANSA).   

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    Nordio, ‘la politica smetta di inchinarsi alla magistratura’

     “Nessuno vuole impedire alla magistratura di commentare le leggi sotto il profilo tecnico. La colpa della politica è stata quella di aderire o meglio inchinarsi alla magistratura senza dire: ‘Noi ascoltiamo le vostre opinioni ma alla fine decidiamo noi e solo noi perché abbiamo un mandato che secondo la Costituzione deriva dal popolo'”. Così, a Libero, il Guardasigilli Carlo Nordio, che aggiunge «Mi rifiuto di pensare a magistrati che vogliono interferire nell’azione governativa attraverso azioni giudiziarie”. Ma osserva che quando si è “provato a fare una riforma della giustizia è sempre stata bloccata con interventi giudiziari”. 
    “Non mi pare che la presidente del Consiglio abbia pronunciato una sola parola contro la magistratura. Queste reazioni di voler delegittimare i magistrati quando si criticano alcune loro iniziative è quasi una reazione automatica da parte dell’associazione”, ragiona Nordio.
    Il caso La Russa, dice ancora, non indebolirà la maggioranza perché essa “guarda ai contenuti del programma di governo che sono condivisi da tutti. Le vicende delle singole persone sono purtroppo vicende della vita che devono essere commentate nei luoghi opportuni ma che non possono e non devono avere conseguenze politiche”.
    Sugli avvisi di garanzia “abbiamo dato un segnale forte di riforma. Ma c’è una parte che riguarda l’informazione di garanzia ed essenzialmente la sua segretezza. È già stata istituita una commissione per la riforma del codice di procedura penale. Il nostro obbiettivo è un codice di stampo accusatorio anglosassone. Quindi sarà cambiata anche la struttura del registro degli indagati e dell’informazione di garanzia”.
    Rispetto invece alla separazione delle carriere, “noi fino a questo momento non l’abbiamo proposta. Esiste una proposta depositata da altre forze politiche. Una separazione netta delle carriere esigerebbe una riforma costituzionale, come una riforma netta del Csm. Questo è però nel programma di governo”.
    Dice ancora Nordio: “Io sono certo che il reato d’abuso d’ufficio verrà cancellato. Non avremo problemi con l’Europa. Quasi tutti i sindaci italiani, compresi quelli del Pd, si sono dichiarati d’accordo”. Il ministro chiude all’amnistia: “Credo che in questo momento sia prematuro parlare di amnistia e parlare anche in generale di affievolimento delle pene”. Rispetto invece all’imputazione coatta “questa incongruità l’ho criticata già dal 1997 e l’ho ripetuta varie volte” per ragioni “squisitamente tecniche”.