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    Quirinale: Conte, mi presenterò alle politiche

      “La ragione politica” del no alle suppletive “è che un leader che sta realizzando questo progetto ha l’ambizione di presentarsi col M5s alle politiche, con un programma di governo per migliorare la società. Vorrei entrare dalla porta principale”. Lo ha detto il presidente del M5s, Giuseppe Conte, a ‘L’aria che tira’ su La 7.
    “Il M5s non ha come candidato Silvio Berlusconi. Rispetto il leader di un’altra forza politica, ma abbiamo bisogno di un presidente che possa unire il Paese e sia garante di tutti, non solo di una parte”, ha aggiunto Conte.
     “I percorsi, gli obiettivi, i principi e i valori” di Fi e M5s, se mai sono stati simili, “nel tempo si sono dimostrati diametralmente opposti. C’è rispetto nei confronti di una figura che ha avuto un ruolo importante nel Paese, ha fatto anche alcune cose buone. Ma, sicuramente, complice un conflitto pervasivo di interessi, ha compiuto dei passaggi che non sono nel dna del M5s”.
    “Vedrei bene una donna al Quirinale, senz’altro”. Lo ha detto il presidente del M5s, Giuseppe Conte, rispondendo ad una domanda durante ‘L’aria che tira’ su La 7. Poi, parlando di un nome a cui sta pensando per il Colle, Conte ha risposto. “Ho in testa un profilo: una personalità di cui poter essere tutti orgogliosi”. 
          

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    Covid: Kompatscher, fra 12 e 19 anni vaccinato solo il 55%

    (ANSA) – BOLZANO, 07 DIC – “Solo poco più del 55 per cento
    dei giovani altoatesini fra i 12 ed i 19 anni è vaccinato,
    mentre nel resto del Paese si supera già il 70%”. Lo ha detto il
    presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher,
    ribadendo la serietà della situazione epidemiologica in Alto
    Adige.   
    “I ricoveri di pazienti Covid-19 – ha aggiunto – continuano
    ad aumentare e, anche se qualcuno guarisce e lascia la terapia
    intensiva, i numeri non scendono. C’è un movimento forte e
    questo preoccupa gli esperti dell’Azienda sanitaria”.   
    “L’indice Rt sta diminuendo – ha proseguito il presidente
    altoatesino – ma è ancora sopra 1 e finché non va sotto il
    numero delle infezioni non diminuisce”.   
    Di qui un nuovo appello alla vaccinazione. “È importante che
    riusciamo a convincere ancora più persone a farsi vaccinare o a
    prendere la terza dose – ha concluso Kompatscher – per questa
    ragione abbiamo promosso una campagna straordinaria nel fine
    settimana e speriamo che tanti non vaccinati si convincano”.   
    (ANSA).   

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    Meloni apre Atreju, occhi puntati sul Quirinale

    Atreju torna, sfida l’inverno e guarda inevitabilmente al Quirinale. La manifestazione di Fratelli d’Italia – organizzata in genere a settembre e lanciata nel 1997 su proposta anche di Giorgia Meloni, allora ventenne di Azione giovani – riprende dopo due anni di stop. Prima bloccata dal Covid, quest’anno dalla campagna elettorale per le amministrative di ottobre. Da oggi torna con un esperimento in versione natalizia, lungo una settimana. Cambia pure la location: è in piazza del Risorgimento, tra il Vaticano e le vie dello shopping del rione Prati a Roma. Ma come prevedibile, alla sua prima giornata è il risiko del Colle a rubare la scena.    Nonostante la premessa della leader di FdI (“Non credo che questo sia il luogo in cui parlare del Quirinale, è presto”, dice tagliando il nastro di Atreju), è lei stessa a rimarcare il suo desiderata: “Io cerco un capo dello Stato che faccia il capo dello Stato, che faccia rispettare la Costituzione e difenda la sovranità nazionale”. Subito dopo il tema si anima, complice un dibattito sul lavoro con due ministri e big della politica: il responsabile della Farnesina, Luigi Di Maio (per la prima volta ad Atreju) e quello dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti (che Meloni accoglie come “un habituè”). Sul palco c’è anche Antonio Tajani, numero due di Forza Italia. Ed è lui a lanciare la palla in campo: “Un governo di unità nazionale può andare avanti solo se guidato da una personalità di straordinaria forza, e Draghi è Draghi”, sentenzia portando al 2023 l’orizzonte del governo dell’attuale premier. Quindi, pur riconoscendogli il primato di “migliore candidato per il Quirinale”, chiude le porte a una sua successione a Sergio Mattarella: “Ritengo che per affrontare l’emergenza coronavirus serva Draghi a Palazzo Chigi”.    Non fa nomi, invece, Di Maio ma sposta la ‘contesa’ sulla Lega: “Temo molto di più che nel centrodestra ci sia una profonda spaccatura sul Quirinale, soprattutto a opera di Matteo Salvini, che in questo momento non so quanto possa essere affidabile”. E fa un omaggio alla padrona di casa: “Reputo più affidabile Giorgia Meloni”. In imbarazzo Giorgetti, seduto accanto che glissa sulla lealtà di Salvini (“Questa domanda non era prevista”, si limita a dire sorridendo) e invoca “responsabilità”, viste le “circostanze oggettive” che complicano la partita. “Questo è il momento del senso di responsabilità che significa meno dichiarazioni possibili e più riflessioni possibili”, spiega il ministro lasciando intendere che resta favorevole all’ipotesi di Draghi al Colle. Non la disdegna, implicitamente, nemmeno Romano Prodi che osserva: “Certamente il capo dello Stato ha meno poteri del presidente del Consiglio, ma ha 7 anni di fronte a sé”.    Al di là del prossimo presidente della Repubblica, ad Atreju si consuma l’inaspettata e incerta neo-sintonia tra il M5s e FI.    Ad aprire un varco è Silvio Berlusconi che sul numero speciale dei 35 anni di Milano Finanza sembra ‘riabilitare’ il voto di protesta dei 5S perché “nasceva dallo stesso disagio e dallo stesso fastidio per un certo tipo di politica per la quale è nata Forza Italia”. E aggiunge: “Hanno dato voce a un disagio reale che merita rispetto, attenzione e anche risposte”. Di Maio si limita a definire “significativa” la mano tesa dal Cavaliere sul reddito di cittadinanza, provvedimento bandiera dei 5S. Ma è Giuseppe Conte a spegnere ogni speranza, andando al sodo: “Apprezzo il cambio di rotta di Berlusconi sul Movimento, ma non sarà lui il candidato del M5s”. E il presidente del M5s conclude: “Per il capo dello Stato abbiamo altri obiettivi”.       

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    Conte, non mi candido alle suppletive

    “Ringrazio il PD e Letta per la disponibilità e la lealtà nella proposta” di candidatura per il seggio di Roma1 ma “dopo un nuovo supplemento di riflessione ho capito che in questa fase ho ancora molto da fare per il M5s.Non mi è possibile dedicarmi ad altro”. Così il leader M5s Giuseppe Conte in conferenza stampa.   

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    Minacce a Fedriga dai No vax, presidente delle Regioni sotto scorta

    Il Governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, è dalla scorsa settimana sotto scorta a causa delle decine di minacce ricevute dal mondo No vax dopo essersi espresso più volte a favore della campagna vaccinale. Lo riporta il quotidiano Il Piccolo precisando che due persone lo accompagnano ovunque. “Spero – conferma Fedriga – soprattutto per la mia famiglia, che questa situazione possa risolversi nel minor tempo possibile”. Sabato scorso al governatore è stata somministrata la terza dose di vaccino di Moderna. “Mando un abbraccio all’amico Fedriga per le vili minacce ricevute da fanatici no green pass per la sua posizione chiara e ferma a tutela della salute dei cittadini e della ripresa economica. Con Max, dalla sua stessa parte, dalla parte di chi ha a cuore l’Italia”. Lo scrive sui social il ministro della P.a Renato Brunetta.    
    “Vicinanza e solidarietà a Massimiliano Fedriga per le pesanti intimidazioni da parte di gruppi di no vax. Conoscendo Massimiliano avranno l’effetto opposto come lo hanno su chi sa di avere responsabilità importanti a salvaguardia della sicurezza e della salute della nostra comunità”. Così su Twitter il Presidente di Italia Viva Ettore Rosato.

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    L'account del Quirinale su Twitter

    Il mandato di Sergio Mattarella scade il 3 febbraio (giurò in quel giorno nel 2015), quindi il 3 gennaio Roberto Fico convocherà il Parlamento in seduta comune. Orientativamente Fico potrebbe convocare la seduta per i giorni compresi tra il 18 e il 20 gennaio.
    Del Quirinale e dell’elezione del prossimo Presidente della Repubblica si parla ormai almeno da questa estate, avendo Mattarella chiarito in più occasioni che non è disponibile ad un secondo mandato. E naturalmente più ci si avvicina alla scadenza del mandato presidenziale e più si fa acceso il dibattito al riguardo con alcuni giornali nazionali apertamente schierati contro e altri decisamente a favore della candidatura di Silvio Berlusconi come 13esimo Presidente della Repubblica.
    Così, mentre le forze politiche giocano le loro carte sulla questione, ANSA e DataMediaHub hanno analizzato la presenza su Twitter di @Quirinale, l’account istituzionale del Presidente.
    Prima di entrare nel merito di quanto emerge dalla nostra analisi, ci preme evidenziare come, contrariamente a quanto avviene in altre nazioni, Stati Uniti e India per tutti, dove il capo dello Stato ha anche un proprio account personale, questo in Italia non avviene.
    Mattarella, per quanto riguarda la comunicazione sui social, utilizza solamente gli account ufficiali. Una scelta che come sappiamo è stata seguita anche da Mario Draghi e che ci pare assolutamente corretta.
    Un ruolo istituzionale richiede altrettanto una comunicazione istituzionale, cioè, in sintesi, una comunicazione che, in una logica di e-democracy, permette alle istituzioni di dialogare con i cittadini e di rilevare facilmente i loro bisogni ed il loro gradimento dei servizi e delle informazioni diffuse, divenendo così strumento strategico per il miglioramento della relazione tra amministrazione e cittadino.
    Ciò premesso, abbiamo appunto analizzato l’attività dell’account Twitter presidenziale dal 3 maggio 2017 ad oggi. In totale sono stati postati 3.200 tweet nel periodo. Pari ad una media di poco meno di due tweet al giorno (1,91). Una media decisamente inferiore a quella di molti dei leader dei partiti politici nostrani, anche se vi sono picchi di attività legati a momenti particolari, che però rappresentano un’eccezione. Ad oggi sono circa 713mila i follower di @Quirinale su Twitter, mentre sono solamente sette quelli che vengono seguiti.
    La comunicazione è austera, istituzionale appunto, com’è giusto che sia. E prevalentemente mono direzionale. Solo 56 le reply, le risposte ad altri account, pari a circa il 2% del totale dei tweet nel periodo. Di queste quasi la totalità (54) sono in risposta al proprio account stesso. Evidentemente corrispondono a dei thread costituiti da più tweet sul medesimo argomento. Dunque, è evidente che generare engagement non rientra tra gli obiettivi di comunicazione, anche se naturalmente al contrario i tweet presidenziali sono ampiamente citati.
    Nell’arco temporale preso in esame, il tweet più rilanciato, più retwittato, è del 12 marzo 2020, con una nota del Presidente della Repubblica sull’esplosione della pandemia da Covid19 che ottiene 9.778 retweet e 24.743 mi piace. Quello che ha avuto il maggior numero di like è del 11 luglio 2021 ed è di congratulazioni e riconoscenza nei confronti di Mancini e dei giocatori della nazionale per la vittoria degli Europei di calcio. 31.259 i mi piace.
    Si twitta tutti i giorni della settimana, con un numero leggermente superiore alle altre giornate i lunedì e martedì. Il flusso di comunicazione su Twitter scorre dalle cinque del mattino alle undici di sera. Con un leggero picco alle 16:00.
    Due gli account più citati. Quello di Rai1 e quello del Presidente della Camera, Roberto Fico. Mattarella comunica in maniera unidirezionale, come abbiamo visto, e infatti l’hashtag di gran lunga più utilizzato è #Mattarella, per inserirsi nelle conversazioni relative al Presidente.

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    Berlusconi, M5s ha dato voce al disagio reale che merita rispetto

     “Il voto al Movimento 5 stelle, dal quale siamo lontanissimi, nasceva da motivazioni tutt’altro che ignobili o irragionevoli. Nasceva dallo stesso disagio e dallo stesso fastidio per un certo tipo di politica per la quale è nata Forza Italia. I Cinque stelle non sono riusciti a dare una rappresentanza a questa Italia, ma hanno dato voce a un disagio reale, che merita rispetto, attenzione e anche delle risposte”.    A dirlo è il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi nell’intervista che sarà pubblicata sul numero speciale dei 35 anni di Milano Finanza, in edicola l’11 dicembre. 
    “La parola moderati – ha spiegato Silvio Berlusconi – si presta a un equivoco. I moderati non sono coloro che non hanno opinioni forti, convinzioni profonde, passioni civili intense: sono coloro che con razionalità e concretezza, con rispetto degli altri e spirito critico, manifestano le loro convinzioni e sulla base di queste scelgono”.
    “La Borsa è il volano della ripresa economica” e Piazza Affari “deve essere” un fattore di rilancio dell’Italia dopo il Covid, afferma Berlusconi
    Berlusconi aggiunge: “Quello che conta è avere un sistema borsistico che consenta alle aziende di capitalizzarsi e ai risparmiatori di investire in modo sicuro e trasparente. Il risparmio degli italiani è una grande ricchezza: sarebbe importante, anche tramite incentivi fiscali, convogliarlo nella ripresa e nello sviluppo del Paese”.
    Alla domanda su quali siano i fattori più importanti per lo sviluppo, l’ex premier risponde che finanza e risparmio “possono essere le due chiavi, insieme agli aiuti europei del Recovery fund, perché il Pnrr sia davvero il volano di una ripresa forte, solida, che non lasci indietro nessuno. L’importante è che la finanza e il risparmio – nazionale e anche internazionale – siano convogliati sugli investimenti, e non in operazioni meramente speculative. Questo si può favorire con una politica fiscale adeguata”. Infine sull’attuale rimbalzo del Pil, aggiunge: “Per renderlo strutturale, bisogna impiegare le risorse del Pnrr, come il governo si è impegnato a fare, in interventi strutturali e non spese assistenziali o semplici operazioni tampone per dare un po’ di ossigeno in situazioni di crisi. Bisogna anche affrontare le tre grandi riforme delle quali parlo da molto tempo: quella fiscale, quella della burocrazia, quella della giustizia”.    

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    Il Papa ai giovani: non fatevi ammaliare dalle sirene del consumismo

    Papa Francesco è rientrato in Italia dal viaggio che lo ha portato a Cipro e in Grecia. L’aereo del pontefice è atterrato all’aeroporto di Roma Ciampino.
    Salendo gli ultimi gradini della scaletta dell’aereo che lo ha riportato in Italia da Atene, il Papa è inciampato perdendo un attimo l’equilibrio e appoggiandosi al mancorrente di destra. Subito si è rialzato, aiutato prontamente da chi lo seguiva, evitando una vera e propria caduta. Francesco ha potuto salire poi gli ultimi 5 gradini che mancavano e si è girato per salutare chi attendeva alla base della scaletta.
    Stamane Francesco si è recato in auto alla Scuola San Dionigi delle Suore Orsoline, a Maroussi, per incontrare i giovani, ultimo appuntamento del suo viaggio. “Ricordate le famose parole incise sul frontone del tempio di Delfi? ‘Conosci te stesso’. Oggi c’è il rischio di scordare chi siamo ossessionati da mille apparenze, da messaggi martellanti che fanno dipendere la vita da come ci vestiamo, dalla macchina che guidiamo, da come gli altri ci guardano… Ma quell’invito antico, conosci te stesso, vale ancora oggi: riconosci che vali per quello che sei, non per quello che hai”, ha detto il Papa nel suo discorso ai giovani incontrati nella Scuola San Dionigi delle Suore Orsoline a Maroussi, di cui ha ascoltato anche tre testimonianze. “Non vali per la marca del vestito o per le scarpe che porti – ha sottolineato -, ma perché sei unico, sei unica”.
    “Penso a un’altra immagine antica, quella delle sirene – ha proseguito il Pontefice -. Come Ulisse nel percorso verso casa, anche voi nella vita, che è un viaggio avventuroso verso la Casa del Padre, troverete delle sirene. Nel mito attiravano i naviganti con il loro canto per farli sfracellare contro gli scogli. Nella realtà le sirene di oggi vogliono ammaliarvi con messaggi seducenti e insistenti, che puntano sui guadagni facili, sui falsi bisogni del consumismo, sul culto del benessere fisico, del divertimento a tutti i costi…”. Secondo Francesco, “sono tanti fuochi d’artificio, che brillano per un attimo, ma lasciano solo fumo nell’aria”.
    “Certo, non è facile resistere – ha riconosciuto -. Vi ricordate come ci riuscì Ulisse, insidiato dalle sirene? Si fece legare all’albero maestro della nave. Ma un altro personaggio, Orfeo, ci insegna una via migliore: intonò una melodia più bella di quella delle sirene e così le mise a tacere”. “Ecco perché è importante alimentare lo stupore, la bellezza della fede! – ha concluso il Pontefice – Non siamo cristiani perché dobbiamo, ma perché è bello. E proprio per custodire questa bellezza diciamo no a ciò che vuole oscurarla”.