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    Nato il secondo figlio di Johnson e Carrie, è una bambina

    Il primo ministro britannico Boris Johnson e sua moglie Carrie hanno annunciato la nascita, in un ospedale di Londra, del loro secondo figlio, una bambina. “Sia madre che figlia stanno molto bene. La coppia desidera ringraziare il brillante team di maternità dell’Nhs (servizio sanitario pubblico, ndr) per tutte le loro cure e il sostegno”, si legge in un comunicato. 
    Dall’unione tra il premier britannico e l’attuale consorte era già nato Wilfred nell’aprile 2020. Johnson, noto per la vita personale tumultuosa, segnata da tre matrimoni e da un numero imprecisato di relazioni, con la nuova arrivata in famiglia ha in tutto sette figli. Il leader Tory ne ha avuti 4 dalla seconda moglie, Marina Wheeler, avvocato, con cui ha sperimentato l’unione finora più lunga, circa 25 anni. Un altro figlio – nato nel 2009 da un’avventura extraconiugale con l’esperta di arte Helen Macintyre e di cui egli aveva inizialmente negato la paternità – è stato poi riconosciuto legalmente nel 2013. Solo lo scorso settembre Johnson ha ammesso in un’intervista concessa alla tv americana Nbc di avere i 6 figli che tutte le biografie gli accreditavano per certo, ai quali si è aggiunta la piccola nata oggi.   

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    La corsa al Quirinale sotto la lente internazionale

    La corsa per il Quirinale è un “dilemma” per la stabilità politica dell’Italia. E’ quanto osserva il Financial Times in un’analisi online che dimostra quanto la vicenda del voto per il Colle sia sotto la lente degli osservatori, ma anche dei mercati, internazionali.
    Dopo la standing ovation a favore di Mattarella per un suo bis, il quotidiano della City mette in evidenza che “la prospettiva che Mario Draghi si dimetta da primo ministro per assumere la presidenza, minaccia di far piombare l’Italia nell’instabilità politica proprio mentre il governo intraprende ambiziose riforme strutturali e un piano di ripresa sostenuto da quasi 200 miliardi di euro di fondi Ue”. Se non è uno stop, certamente ci somiglia moltissimo.
    Intanto le forze politiche tornano a dividersi sul profilo del futuro capo dello Stato. Lo schema è sempre quello: da un lato chi auspica un accordo largo, dall’altro chi invece vede legittimamente la possibilità di privilegiare un interlocutore prima di altri. E’ il caso del vicesegretario della Lega, Lorenzo Fontana, intervistato da Repubblica: “Il centrodestra si presenterà unito, ma per eleggere un Presidente – osserva – servono consensi più ampi. Bisogna trovare i numeri che non abbiamo. E non abbiamo preclusioni, nel dialogo, nei confronti di nessuno”, tuttavia aggiunge: “Renzi e un’eventuale aggregazione di Centro sono i più vicini a noi, dunque saranno i primi con i quali ci confronteremo”.
    Di contro il leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, ospite di Atreju, auspica un confronto ampio: “Serve una discussione aperta a tutte le forze politiche in modo da avere una figura di alto valore e grande rilevanza morale”. Poi stimolato dalle domande sulla vicinanza o meno al Pd del futuro inquilino del Quirinale, osserva che “non è scritto da nessuna parte che il Presidente debba avere una provenienza politica particolare”.
    Ma a fianco dell’inevitabile dibattito sul Colle, al di là dell’immancabile totonomi, sta ripartendo fortissimo il confronto sulle riforme, dalla legge elettorale alla forma di governo, presidenzialismo si o no. Sul primo punto, è Goffredo Bettini, ascoltatissimo punto di riferimento nel Pd, a rompere gli indugi: “Dico: proporzionale, proporzionale e ancora proporzionale. Le difficoltà di costituire una realtà dei cosiddetti riformisti per svolgere un ruolo positivo, mentre oggi svolgono soprattutto un ruolo di incursione negativa nei confronti del Pd e degli altri partiti, impone la scelta del proporzionale”. A ruota anche Giuseppe Conte, che oltre a rilanciare il proporzionale, ma con la soglia del 5%, come Bettini, punzecchia l’asse Renzi-Calenda. Ospite alla festa di Fratelli d’Italia, legge un tweet molto duro, senza citarne l’autore, in cui il leader di Azione dice che ogni cinque stelle dovrebbe restare fuori da ogni attività se non quella di vendere il chinotto allo stadio…”Io – aggiunge Conte accolto dagli applausi della platea meloniana – non offenderei mai l’elettorato di Fdi e non mi porrei mai l’obiettivo della distruzione di FdI. Non ho problemi con Renzi e Calenda, forse li hanno loro con me”.
    Sul fronte delle riforme costituzionali, invece, Conte gela Atreju e la sua proposta di presidenzialismo, appoggiata ieri da tutto il centrodestra, rilanciando invece sulla sfiducia costruttiva: “Non credo che ora ci sia la prospettiva di dare vita a una fase costituente. Ora serve qualcosa di concreto: firmiamo la sfiducia costruttiva, senza cambiare l’impostazione generale, facciamo – conclude – come in Germania”.    

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    Cartabia: “Il Csm la prossima imminente riforma”

    “Il Csm e l’ordinamento giudiziario è il prossimo imminente appuntamento di riforme”. Lo ha assicurato la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ad Atreju.”Ho proceduto partendo dell’esistente, mettendo al lavoro una commissione tecnica, ho ascoltato proposte dei gruppi politici e dalla magistratura, cercando un punto percorribile – ha spiega -. Io potrei avere in mente la mia riforma ideale, ma si tratta di trovare una riforma possibile. Mi sono arrivati degli spunti e dei ‘non desiderata’. A partire da domani mattina alle 8 ci sarà una consultazione di tutti i gruppi di maggioranza per trovare punti convergenza”. 
    “Oggi sono circolate non so sulla base di quali fonti delle informazioni sbagliate sul caso Maresca. La proposta che farò alle forze di maggioranza è come un caso come quello non possa mai più ripetersi”, ha detto Cartabia ad Atreju: “che un giudice possa svolgere contemporaneamente, anche e lontano dal suo distretto, funzioni giudiziarie e politiche non deve accadere. C’è una stella polare della magistratura che deve essere non solo praticata ma anche percepita. Non importa se si tratta di cariche elettive locali, né per queste, né a maggiore per quelle parlamentari”.

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    Germania, Scholz giura, è il nono cancelliere. Si chiude l'era Merkel. Ovazione al Bundestag

    Ultimo passaggio ufficiale in questa lunga prima giornata per Olaf Scholz come nono cancelliere della Germania. Angela Merkel ha ricevuto Olaf Scholz per il passaggio di consegne in cancelleria e gli ha rivolto le congratulazioni per il nuovo incarico, auspicando che “lavori perché il Paese possa stare al meglio”. “So per esperienza personale che è un momento commovente quello in cui si viene eletti”, gli ha detto prendendo la parola. “Il compito è pieno di sfide, ma è anche uno dei più belli che si possano svolgere”, ha aggiunto Merkel, augurando al suo successore di avere successo. “Sarà un nuovo inizio per il nostro paese, io farò di tutto per riuscirci”. Lo ha detto il neocancelliere tedesco Olaf Scholz, prendendo il testimone da Angela Merkel. “Penso che sia qualcosa di speciale essere cancelliere della Repubblica federale, ed è una grande sfida”, ha sottolineato il leader socialdemocratico.  “Il passaggio di consegne avviene nel mezzo di una crisi non chiusa e questo comporta continuità e comunanza”. Lo ha detto il neocancelliere tedesco, Olaf Scholz, citando l’emergenza pandemica al passaggio delle consegne con Angela Merkel. Il neocancelliere ha sottolineato che “soltanto vaccinandosi” si può uscire dalla pandemia.
    Il socialdemocratico Olaf Scholz ha giurato nel Bundestag come nuovo Bundeskanzler (cancelliere) della Repubblica federale tedesca. E’ il nono dal 1949. Dopo l’elezione in Parlamento di stamani, e la nomina del Capo dello Stato Frank-Walter Steinmeier, questo è il momento cruciale della mattinata, che apre una nuova era per la Germania dopo 16 anni di cancellierato di Angela Meerkel. Scholz è atteso di nuovo al castello di Bellevue, il Quirinale tedesco, stavolta con tutti i suoi ministri. Il passaggio delle consegne in cancelleria è in programma alle 15.
    Il socialdemocratico Scholz è stato eletto cancelliere dal Bundestag con 395 voti. A 63 anni, Scholz diventa il quarto cancelliere dell’Spd dopo Willy Brandt, Helmut Schmidt e Gerhard Schroeder.  Scholz guiderà la coalizione cosiddetta “Semaforo”, costituita da Spd, Verdi e Liberali dopo aver vinto le elezioni l 26 settembre. Dopo 16 anni al governo, l’Unione (Cdu-Csu) andrà all’opposizione. Un lungo applauso con ovazione ha salutato Angela Merkel al Bundestag.

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    Zaki a casa con la maglietta dell'Università di Bologna

    Una delle prime cose che Patrick Zaki ha fatto non appena arrivato a casa dopo essere stato scarcerato è stato indossare una maglietta dell’Università di Bologna, che l’ateneo gli aveva fatto recapitare. La rete degli attivisti che per 22 mesi si è battuta per la sua liberazione ha diffuso una foto in cui Patrick indossa, orgoglioso, la maglietta della sua Università.    

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    'Finalmente a casa', Ikea pubblicizza poltrona con sosia Merkel

    Una sosia di Angela Merkel seduta comodamente e la scritta “finalmente a casa”. È la pubblicità di una poltrona di Ikea pubblicata dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung e dalla Sueddeutsche Zeitung di oggi, nel giorno del giuramento del nuovo cancelliere. La controfigura, molto somigliante alla Kanzlerin, ripresa di profilo, siede in poltrona in uno sfondo rilassante, fra una candela e una finestra.   

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    Guerra: effetti redistributivi del fisco discutibili. Sindacati divisi sulla mobilitazione

    Governo al lavoro per l’intesa con i sindacati sulla manovra, distanti le posizioni di Cgil e Uil da quelle della Cisl sullo sciopero generale indetto il 16 dicembre. Landini attacca, dicendo che i partiti hanno messo Draghi in “brutale minoranza”, la Cisl avverte che lo sciopero rischia di isolare il mondo del lavoro e indice per sabato 18 una manifestazione dal titolo eloquente: ‘”Per lo sviluppo, il lavoro, la coesione: la responsabilità scende in piazza”. Si lavora ai nodi delle misure finanziarie, partiti in pressing per una norma a favore degli operai edili. Si ragiona anche sull’esentare dall’Iva le associazioni del terzo settore. 
    Restano distanti le posizioni di Cgil e Uil da quelle della Cisl sullo sciopero generale indetto il 16 dicembre. Per la sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra “sul fisco e’ stata fatta un’operazione di razionalizzazione” ma “gli effetti redistributivi sono discutibili, io mi ero battuta per un intervento sul cuneo fiscale”. “Sono della componente di sinistra del Governo – ha aggiunto parlando dello sciopero ad Agora’ su Rai 3 – sono sensibile e preoccupata che si sia arrivato ad una manifestazione cosi’ importante. Credo sia legittima e che il sindacato debba svolgere il suo ruolo di rappresentanza”. 
    Per il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra lo sciopero generale è “una scelta sbagliata nel metodo e nel merito. Nel metodo perché il Paese è ancora stretto nella emergenza pandemica”, “nel merito perché la mobilitazione responsabile e costruttiva messa in campo unitariamente in quest’ultimo mese ha prodotto molti miglioramenti della manovra”. Il messaggio che, in un’intervista al Corriere della Sera, manda ai segretari di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri è questo: “Vorrei metterli in guardia dal rischio di isolare, con questa scelta improvvida e sbagliata, il mondo del lavoro in un momento delicato”.
    Replica Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil: “C’e tanta gente che soffre che ci dice: non fermatevi”.  Bombardieri ha sottolineato che lo sciopero è uno strumento ” che i lavoratori pagano da soli”. “Questo governo – sottolinea- deve dare di più a chi rimane indietro”.
    “Ho molto rispetto per le scelte della Cisl non commento però ci deve essere un rispetto anche per le nostre. In Italia non c’è un sindacato unico c’è un sindacato unitario”, ha detto Bombardieri rispondendo ad una domanda di Monica Setta ad Agorà sulla rottura dell’unità sindacale. “Noi abbiamo la necessità di rispondere alle persone che incontriamo tutti i giorni”, ha detto ancora sottolineando che il governo avrebbe potuto fare di più su alcuni fronti come ad esempio la politica fiscale.” Si poteva fare – dice- una grande battaglia sull’evasione fiscale”.
     E il segretario della Cgil Maurizio Landini in un’intervista alla Repubblica attacca la manovra e i partiti che hanno messo il premier in minoranza: “Quella del governo è una manovra socialmente ingiusta”, afferma. “Draghi ha tentato di proporre un punto di mediazione con la sua maggioranza avanzando l’idea di escludere per un anno dal beneficio fiscale i redditi oltre i 75 mila euro. Su questo è stato brutalmente messo in minoranza dai partiti della sua maggioranza”, che “pensano più alle proprie bandierine elettorali che agli interessi dell’Italia”, aggiunge. Anche la Stampa pubblica un colloquio sul tema con Landini.
    “Scioperiamo perché quella del governo è una manovra socialmente ingiusta e vogliamo cambiarla: ignora la condizione in cui vive la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e il punto di vista di chi li rappresenta”, dice Landini. Uno sciopero immotivato? “È un’obiezione infondata – ribatte -. Il governo da mesi ha ricevuto le nostre richieste unitarie su fisco, pensioni, politiche industriali e lotta alla precarietà. Le risposte non sono adeguate”, “la legge di Bilancio non produce quella giustizia sociale di cui il Paese ha bisogno. C’è giustizia quando il lavoro è sempre più precario?”.
    “Abbiamo preso atto che la maggioranza non intendeva cambiare l’accordo fatto sul fisco e che aveva respinto anche la proposta del presidente del Consiglio – aggiunge -. Dunque, ricorriamo allo sciopero perché si sono chiusi gli spazi di confronto e il sindacato deve fare tutto il possibile per portare a casa risultati a favore di chi rappresenta”, aggiunge Landini.

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    8 dicembre: omaggio Papa alla Madonna in piazza di Spagna

    Il Papa si è recato questa mattina, alle 6, in piazza Mignanelli, attigua a piazza di Spagna a Roma, per rendere omaggio alla Madonna in occasione del giorno dell’Immacolata. Una tradizione che non ha voluto disattendere ma che, per evitare assembramenti, ha scelto di fare a quest’ora e in solitudine e non nel pomeriggio. Lo aveva già fatto lo scorso anno.    Il Pontefice si è trattenuto a pregare in silenzio e in privato sotto la colonna dell’Immacolata dove ha anche deposto un cesto di fiori che i vigili del fuoco hanno posto ai piedi del monumento. I vigili del fuoco, subito dopo che il papa ha lasciato la piazza, come avviene dal 1923, con l’autoscala hanno portato i fiori, dono del pontefice, in cima al monumento dedicato all’immacolata concezione.  Mentre attorno era notte, comunica la Sala stampa vaticana, dopo aver deposto alla base della colonna un cesto di rose bianche, il Papa si è fermato in preghiera, chiedendo a Maria il miracolo della cura, per i tanti malati; della guarigione, per i popoli che soffrono duramente per le guerre e la crisi climatica; e della conversione, perché sciolga il cuore di pietra di chi innalza muri per allontanare da sé il dolore degli altri.  
    Dopo aver lasciato Piazza di Spagna al termine dell’omaggio alla statua dell’Immacolata, papa Francesco stamane si è recato alla Basilica di Santa Maria Maggiore, dove ha continuato la preghiera davanti all’icona di Maria ‘Salus Populi Romani. Poco dopo le 7.00 ha fatto ritorno in Vaticano. Lo riferisce la Sala stampa della Santa Sede, che nei giorni scorsi, per evitare assembramenti, e il conseguente rischio di contagio da Covid-19, invece del consueto omaggio pubblico all’Immacolata, anche in questo 8 dicembre il Pontefice avrebbe compiuto un atto di devozione privato, pregando la Madonna perché protegga i romani, la città in cui vivono e i malati che necessitano della sua materna protezione ovunque nel mondo.