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    Fine vita: Fico, il Parlamento colmi il vuoto normativo

    “L’Italia deve colmare il vuoto normativo sul suicidio medicalmente assistito perché in questo modo entrerà nell’era di un Paese più civile e giusto”. Così a Cagliari il presidente della Camera Roberto Fico sul ddl prossimo all’Aula.
    “Sono convinto che si debba andare avanti, ce l’ha detto la Corte Costituzionale che ci ha dato un termine ampiamente superato, ce lo dicono le tante famiglie che soffrono. Spero che il Parlamento colmi il vuoto presto”. E sul rischio affossamento Fico insiste: “Il Parlamento deve dialogare in modo sereno e arrivare a una sintesi approvando leggi come il fine vita che sono al passo coi tempi”.    

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    Mattarella: 'Disuguaglianze creano intollerabili discriminazioni'

    “Il persistere di diseguaglianze che abbracciano la sfera politica, economica e sociale contraddice il principio di equità e genera intollerabili discriminazioni. La crisi pandemica, inoltre, ha ulteriormente ampliato i divari esistenti, esacerbando la condizione di coloro che si trovano in situazioni di maggiore vulnerabilità”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani.
    “Occorre oggi ribadire il carattere universale, inalienabile, indivisibile e interdipendente dei diritti umani – ha detto Mattarella – perché il loro godimento da parte di tutti è una condizione imprescindibile per uno sviluppo autenticamente sostenibile. Le società capaci di offrire a tutti opportunità per realizzare pienamente il proprio potenziale sono società più inclusive, libere e prospere, dunque più resilienti. Costruirle e consolidarle è un compito arduo, oltre che un dovere morale e giuridico di cui dare testimonianza ogni giorno”.
    “La Giornata commemora – afferma Mattarella – annualmente un evento di eccezionale rilevanza: l’adozione della Dichiarazione universale con la quale la comunità internazionale ha riconosciuto al massimo livello il carattere inviolabile della dignità umana e ha posto le basi per lo sviluppo, nel corso dei decenni successivi, di quel sistema di convenzioni internazionali che rafforza i meccanismi di tutela dei diritti umani. Il tema scelto per celebrare quest’anniversario, “Riduciamo le disuguaglianze, facciamo progredire i diritti umani”, fa riflettere sugli ostacoli – diffusi in diverse parti del mondo – al pieno ed effettivo godimento delle libertà fondamentali da parte di tutti. Il persistere di diseguaglianze che abbracciano la sfera politica, economica e sociale contraddice, infatti, il principio di equità e genera intollerabili discriminazioni. La crisi pandemica, inoltre, ha ulteriormente ampliato i divari esistenti, esacerbando la condizione di coloro che si trovano in situazioni di maggiore vulnerabilità”.
    Mattarella ha inviato anche un messaggio al Presidente della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, Daniele Vaccarino.
    “Ora è il momento di impegno per non vanificare gli sforzi fin qui profusi, per contenere la circolazione del virus e sostenere la fiducia, elemento determinante insieme a riforme e investimenti per assicurare le basi per una crescita duratura e diffusa”, ha detto il Presidente della Repubblica.
    “Rivolgo un cordiale saluto a tutti i partecipanti all’assemblea della CNA – scrive il Capo dello Stato – che quest’anno si tiene in un quadro di forte ripresa, grazie alla positiva dinamica degli investimenti e dei consumi delle famiglie. Il nostro tessuto produttivo sta mostrando dinamismo e resilienza, dopo la fase di acuta difficoltà causata dalla pandemia; artigiani e piccole imprese, con impegno, sacrificio e determinazione, hanno fornito un contributo vitale alla tenuta sociale e al benessere collettivo. La Repubblica, dal canto suo, non ha lesinato sforzi a sostegno dei comparti colpiti e dell’occupazione”. L’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sostenuto dalla Unione Europea, “riveste un’importanza cruciale per aumentare il potenziale di crescita e porre il nostro Paese su un sentiero più sostenibile, dal punto di vista ambientale e sociale, oltre che sul fronte delle finanze pubbliche. Interventi in istruzione e formazione saranno decisivi per diffondere competenze adeguate, sia nella pubblica amministrazione sia nel sistema produttivo – incluso il lavoro autonomo e le piccole imprese – per affrontare al meglio la transizione digitale e ecologica”.
    “L’intera comunità – afferma Mattarella – è chiamata a una straordinaria prova di responsabilità e iniziativa; le istituzioni e le forze economiche e sociali e le rappresentanze di categoria sono chiamate a partecipare attivamente allo sviluppo della vita economica del Paese in questa stagione decisiva. Con questo spirito invio a tutti i presenti un caloroso augurio di buon lavoro”.
    “Attorno alla sfida di portare il vaccino in ogni angolo del mondo si sta consumando una sfida non accettabile. Non si tratta solo di una questione di dosi: il tema non è solo di donarle, ma di costruire modelli organizzativi e logistici che ci mettano nelle condizioni di poterle utilizzare a fondo”. A dirlo è il ministro della Salute Roberto Speranza durante la cerimonia di consegna del premio Cidu per i diritti umani, a Roma. “L’Italia è in testa a queste battaglie perché le donazioni possano crescere – aggiunge – Ora arriva una fase in più: donare ed essere al fianco dei paesi più fragili per le campagne vaccinali”.

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    Suicidio assistito: le Commissioni approvano il ddl, il 13 dicembre va in Aula

    “Le Commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera hanno approvato il ddl sul suicidio assistito, di attuazione della sentenza della Corte costituzionale del novembre 2019. Il testo va in aula lunedì prossimo 13 dicembre. Contro il centrodestra, a favore M5s e centrosinistra.
    “Il personale sanitario ed esercente le attività sanitarie ausiliarie non è tenuto a prendere parte alle procedure per l’assistenza alla morte volontaria medicalmente assistita disciplinate dalla presente legge quando sollevi obiezione di coscienza con preventiva dichiarazione”. Lo prevede un emendamento al ddl sui suicidio assistito approvato a larga maggioranza dalle Commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera.
     “La dichiarazione dell’ obiettore – si legge nell’emendamento – deve essere comunicata entro tre mesi dalla data di adozione del regolamento” di attuazione della legge, “al direttore dell’azienda sanitaria locale o dell’azienda ospedaliera, nel caso di personale dipendente”.
        “L’obiezione può sempre essere revocata o venire proposta – si legge ancora nel testo approvato – anche al di fuori dei termini di cui al comma uno, ma in tale caso la dichiarazione produce effetto dopo un mese dalla sua presentazione”.    “L’ obiezione di coscienza – precisa ancora l’emendamento – esonera il personale sanitario ed esercente le attività sanitarie ausiliarie dal compimento delle procedure e delle attività specificatamente diretta al suicidio e non dall’assistenza antecedente l’intervento”.    “Gli enti ospedalieri pubblici autorizzati – stabilisce infine l’emendamento – sono tenuti in ogni caso ad assicurare l’espletamento delle procedure previste dalla presente legge. La regione ne controlla e garantisce l’attuazione”.
    Un emendamento prevede che non è punibile chiunque sia stato condannato, anche con sentenza passata in giudicato, per aver agevolato in qualsiasi modo la morte volontaria medicalmente assistita di una persona prima della entrata in vigore della presente legge, qualora al momento del fatto ricorressero i presupposti delle condizioni della presente legge e la volontà libera informata e consapevole della persona richiedente fosse stata inequivocabilmente accertata”. 

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    Mattarella firma sette provvedimenti di clemenza individuali

     Il Presidente Mattarella ha adottato sette provvedimenti di clemenza individuale. Lo rende noto il Quirinale. Il capo dello Stato ha firmato – ai sensi di quanto previsto dall’art. 87 comma 11 della Costituzione – sette decreti di grazia, in ordine ai quali la Ministra della Giustizia, a conclusione della prescritta istruttoria ha formulato avviso favorevole. 
    Ecco di seguito i beneficiari dei provvedimenti di clemenza e le motivazioni: 1) Strano Michele, nato nel 1968, condannato a sei anni, due mesi e venti giorni di reclusione per il delitto di omicidio volontario commesso nel 2012, nel corso di una rapina ai suoi danni nella quale era rimasto ucciso anche suo fratello. Nel concedere la grazia di un anno di reclusione il Capo dello Stato ha tenuto conto del parere favorevole, formulato dal competente Procuratore Generale, e del percorso di riconciliazione avvenuto tra i familiari delle due vittime. 2) Garrone Carlo, nato nel 1941, condannato a quattordici anni di reclusione per l’omicidio della sorella, commesso, in un contesto di grave disagio, nel 2014. Nell’adottare l’atto di clemenza (riduzione di un anno e tre mesi di reclusione) il Presidente della Repubblica ha tenuto conto dell’età e delle condizioni di salute del condannato. Per effetto di questi due provvedimenti del Capo dello Stato agli interessati rimarrà da espiare una pena non superiore a quattro anni di reclusione, limite che consente al Tribunale di sorveglianza l’applicabilità dell’istituto dell’affidamento in prova al servizio sociale (art. 47 dell’ordinamento penitenziario). 3) A Oberleteir Heinrich Sebastian, nato nel 1941, è stata concessa la grazia relativa alla pena dell’ergastolo, irrogata per la partecipazione ad atti terroristici compiuti in Alto Adige tra il 1966 e il 1967. Nell’adottare il provvedimento il Presidente della Repubblica ha tenuto conto del fatto che i suoi atti criminosi non hanno provocato decessi, del ravvedimento del condannato che, in una dichiarazione allegata alla domanda di grazia presentata dai figli, ha espresso ripudio della violenza e forte rammarico per le vittime di tutti gli attentati di quel periodo e per il dolore arrecato alle loro famiglie, della sua età, del parere favorevole del Procuratore Generale competente e del perdono concesso dalle due persone offese che è stato possibile interpellare nel corso dell’istruttoria, nonché della condizione di generale concordia da tanto tempo raggiunta a distanza da quella stagione.4) Francesco Domino, nato nel 1972, condannato alla pena di anni tre e nove mesi di reclusione per fatti di bancarotta fraudolenta commessi nel 2011, per il quale la pena è stata ridotta di dieci mesi. Nel valutare la domanda di grazia il Presidente della Repubblica ha tenuto conto del fatto che l’interessato vive e lavora in Belgio dove ha richiesto che venga eseguita la pena, ai sensi della disciplina della Unione Europea sul reciproco riconoscimento delle condanne emesse da altri Stati membri. Per effetto del provvedimento di clemenza, la pena scende al di sotto del limite che secondo la legge belga consente l’espiazione in regime non detentivo, limite più ristretto di quello vigente in Italia. 5) Minisgallo Giuseppe, condannato per delitti associativi, al quale è stata concessa la grazia in relazione alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il Capo dello Stato ha tenuto conto della circostanza che la pena detentiva è stata interamente espiata nel 2011, nonché del reinserimento sociale e lavorativo dell’interessato e del parere favorevole espresso dal competente Procuratore Generale. 6) Bruno Cosimo, condannato per guida in stato di ebbrezza per fatti commessi nel 2009 e residente in Francia, al quale è stata concessa la grazia di tre mesi di arresto (ferma rimanendo la pena di 2.000 euro di ammenda). Nel valutare la domanda di grazia il Presidente della Repubblica ha considerato il tempo trascorso dalla commissione del reato e l’inserimento lavorativo dell’interessato all’estero.7) Langella Cristina, alla quale è stata concessa la grazia della pena di 450 euro di ammenda riportata per il reato di rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale. Il Capo dello Stato ha tenuto conto della modesta gravità del fatto e del parere favorevole del competente Procuratore Generale.

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    Quirinale:Letta, largo sostegno per presidente, anche Meloni

    “A gennaio ne discuteremo ma secondo me in questa situazione è bene che il presidente venga eletto con una larga maggioranza o largo sostegno perchè sarebbe contradditorio che venga eletto da una maggioranza stretta mentre il governo è sostenuto dalla maggioranze più larga della storia repubblicana”. Così il segretario Pd Enrico Letta a Corriere.it. Anche Giorgia Meloni dovrebbe essere coinvolta nella scelta del prossimo presidente?” Sì – ha risposto Letta – serve una maggioranza larga, è positivo comprendere l’opposizione ma non ne abbiamo parlato (con Meloni, ndr)”.
    “Io credo che sia importante – ha aggiunto – che l’impegno per la campagna vaccinale ed il Recovery vadano avanti per tutto l’anno prossimo, il 2022 è un anno in cui queste priorità devono trovare concretizzazione, sarebbe sbagliato se il 2022 fosse un anno di crisi politica e di elezioni, noi abbiamo un sistema che non permette una crisi di un mese ma in Italia significa 6 mesi di blocco”.
    “Ci sono stati molti danni da questa legge elettorale, si è creato un sistema politico molto frammentato anche a causa delle regole della vita parlamentare che non funzionano. Dopo l’elezione del Quirinale dovremo aprire una riflessione su riforme come quella dei regolamenti parlamentari che limiti il trasformismo parlamentare” e “aprire una discussione sulla legge elettorale il giorno dopo aver eletto Capo Stato con una larga maggioranza. Prima non ci sono le condizioni perchè il centrodestra è arroccato sull’elezione di Berlusconi al Quirinale”. “So che c’è il no al vincolo di mandato in Costituzione ma tra la libertà e l’incentivo ad andare nel Misto come oggi ci sono vie di mezzo che vanno perseguite – ha aggiunto -, lo vedremo nell’elezione del Quirinale, il gruppo Misto è diventato il più numeroso, se è così importante è figlio di una situazione di difficoltà”.

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    Giornata Internazionale della Montagna

    Si è svolta al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la cerimonia in occasione della Giornata Internazionale della Montagna. Sono intervenuti il Direttore Generale della FAO, Qu Dongyu, il Referente per il Manifesto internazionale dei Giovani per la Montagna, Magda Ciullo, il Presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Giovanni Cannata, il Sindaco di Fonni, Daniela Falconi, e il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini. Al termine il Presidente Mattarella ha rivolto un indirizzo di saluto. Erano presenti rappresentanti dell’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani e dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani. 
    “Vorrei sottolineare anch’io come l’evidenza con cui si è intesa celebrare quest’anno la Giornata della Montagna merita apprezzamento. Rappresenta un’attestazione di come sia cresciuta, a livello globale, la consapevolezza del ruolo rivestito dai territori montani per preservare la biodiversità e per difendere le risorse naturali nella grande partita che si sta giocando sul futuro del pianeta. Tra i profili sotto i quali si possono valutare le difficoltà di percorso e le ambizioni per una ripresa efficace che sappia contrastare gli effetti della pandemia, quello dei territori montani si presenta come particolarmente significativo. È negli spazi alpini e appenninici di ogni zona montana che emergono con straordinaria puntualità sia i disagi derivanti dall’essere “periferie”, sia le disuguaglianze nell’accesso ai servizi pubblici essenziali, tali da manifestare una vera e propria questione di garanzia di diritti di cittadinanza per gli abitanti di queste aree”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia in occasione della Giornata Internazionale della Montagna che si è svolta al Quirinale.
    “Il dovere della Repubblica di garantire i diritti di cittadinanza nelle aree cosiddette marginali rappresenta un tema che unisce, necessariamente, le sorti delle periferie urbane e quelle delle aree rurali e interne, delle montagne; in un’epoca in cui, paradossalmente, assistiamo alla ritirata della presenza umana da quelle che sono le aree verdi per eccellenza del pianeta. Una sfida che dobbiamo raccogliere nel processo di ripresa in questa fase della vita del nostro Paese”, ha detto Mattarella. “Si tratta – ha aggiunto il capo dello Stato – del tema dei luoghi “pieni” e dei luoghi “vuoti. Tanti sono i vuoti, a partire da quelli raddoppiati in questa condizione perché mostrano i segni dei terremoti degli ultimi anni lungo l’arco appenninico. Occorre, quindi, porsi il problema di una ambiziosa riprogettazione che, accanto alle spinte alla rigenerazione urbana nelle grandi città, assuma la questione del riabitare alcune zone d’Italia. Con attenzione, vorrei dire, soprattutto, ai “vuoti”. Fare riabitare significa riabilitare e, talvolta, realizzare le indispensabili infrastrutture, ambientali e sociali. Innovazione, sostenibilità, sono percorsi essenziali per il nostro futuro. Non possiamo immaginare un futuro in cui il ruolo chiave nella trasformazione del Paese tocchi soltanto agli abitanti di alcuni territori”.

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    YouTrend, cosa accadrebbe se oggi si tenessero le elezioni politiche con il Rosatellum?

    Cosa accadrebbe se oggi si tenessero le elezioni politiche e si votasse col Rosatellum, tenendo conto della riduzione dei parlamentari, del conseguente ridisegno dei collegi e dell’abbassamento da 25 a 18 anni dell’età minima per votare per il Senato?
    YouTrend ha condotto, insieme a Cattaneo Zanetto & Co, 3 simulazioni, ognuna basata su un diverso schema di coalizioni tra le forze politiche. Dalla simulazione sono stati esclusi i seggi assegnati all’estero, pertanto ha riguardato 392 seggi su 400 alla Camera e 196 su 200 al Senato.
    Nello scenario A a sfidarsi sarebbero l’asse giallo-rosso, il blocco sovranista composto da Lega e FdI e un polo centrista composto da IV, Azione, +Europa, Forza Italia e Coraggio Italia. In questo caso nessuna coalizione otterrebbe la maggioranza assoluta dei seggi, anche se i giallorossi sarebbero lo schieramento di maggioranza relativa con 194 seggi su 400 alla Camera (dove la soglia della maggioranza assoluta è fissata a 201) e 100 seggi su 200 al Senato (dove, se escludiamo i senatori a vita, la soglia della maggioranza assoluta è a 101). Lega e FDI si fermerebbero a 153 seggi alla Camera e 74 al Senato.
    Nella quota maggioritaria il blocco di centro allargato a Forza Italia e Coraggio Italia non riuscirebbe a eleggere deputati e senatori, per cui i suoi 62 parlamentari sarebbero tutti eletti nella quota proporzionale. I 147 collegi uninominali della Camera sarebbero infatti ripartiti tra giallo-rossi (88), centrodestra (57) e SVP (2), così come i 74 collegi uninominali del Senato (46 ai giallo-rossi, 26 al centrodestra e 2 alla SVP).
    Nello scenario B i tre schieramenti sono invece il centrodestra «classico» (Lega, FdI, FI, Coraggio Italia), il polo centrista (IV, Azione e +Europa) e l’asse giallo-rosso. In questo caso sarebbe il centrodestra a vincere, ottenendo 202 seggi alla Camera e 101 al Senato. Al centrosinistra allargato al M5S, ma ‘orfano’ dei centristi, andrebbero invece 168 seggi alla Camera e 84 al Senato.
    Anche qui, come nello scenario precedente, lo schieramento centrista non riuscirebbe a vincere alcun collegio uninominale, ma otterrebbe seggi esclusivamente nella quota proporzionale. Negli uninominali, infatti, il centrodestra eleggerebbe 83 deputati e 41 senatori, l’asse giallo-rosso 62 deputati e 31 senatori e la SVP 2 deputati e altrettanti senatori.
    Infine, lo scenario C vede il centrodestra perdere contro un maxi-schieramento comprendente sia l’asse giallo-rosso sia IV, Azione e +Europa. Quest’ultimo otterrebbe infatti 210 seggi alla Camera e 107 al Senato. Al centrodestra 179 deputati e 87 senatori.
    Nella quota maggioritaria, il centrodestra vincerebbe 60 collegi uninominali alla Camera e 27 al Senato, mentre lo schieramento opposto composto da centrosinistra e M5S ne vincerebbe 85 alla Camera e 45 al Senato e la SVP ne otterrebbe sempre 2 in ciascuna delle due Camere.

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    Hong Kong, Jimmy Lai colpevole per la veglia su Tienanmen

    Il magnate dei media Jimmy Lai è tra i tre attivisti pro-democrazia di Hong Kong giudicati colpevoli per la partecipazione e l’incitamento all’adesione nel 2020 alla veglia “illegale” in ricordo dei fatti sanguinosi di Piazza Tienanmen. Oltre a Lai, 74enne fondatore del tabloid pro-democrazia Apple Daily, sono coinvolti l’ex giornalista Gwyneth Ho e il noto avvocato per i diritti Chow Hang-tung. La presenza di Lai alla conferenza stampa di presentazione dell’evento “è stato un atto deliberato per raccogliere sostegno e pubblicizzare l’assemblea non autorizzata che ne è seguita”, ha stabilito la giudice Amanda Woodcock. 
    L’anno scorso le autorità di Hong Kong avevano accusato una trentina di persone, tra politici e attivisti pro-democrazia, di aver partecipato alla veglia del 4 giugno non autorizzata di commemorazione delle vittime della repressione del 1989 di Piazza Tienanmen da parte di Pechino, nonostante il divieto della polizia.
    I tre giudicati colpevoli dalla Corte distrettuale, in attesa della condanna che sarà definita successivamente, sono stati gli unici a contestare le accuse in tribunale, diventando gli ultimi a ricevere il verdetto. In generale, i tre hanno argomentato di essere andati ad accendere candele a titolo personale e di non aver “incitato” altri a partecipare alla veglia nel Victoria Park.
    Chow, avvocato di lunga esperienza, si è rappresentato da solo in tribunale, paragonando le sue azioni al “tank man”, la persona che sfidò la colonna di carri armati cinese durante la repressione di Tienanmen diventando un’icona.
    La giudice Woodcock ha respinto tali argomenti, definendoli “insensati. La realtà – ha affermato nel resoconto dei media locali – era che qualsiasi intenzione di uscire allo scoperto e di partecipare alla veglia a lume di candela a Victoria Park quella notte era un atto di sfida e di protesta contro la polizia”.
    Amnesty International ha descritto i verdetti come l’ultimo “attacco ai diritti alla libertà di espressione e di riunione” a Hong Kong, affermando che le autorità hanno criminalizzato una “manifestazione pacifica e socialmente distanziata”.
    Tenute ininterrottamente per trent’anni, le veglie sono state vietate nel 2020 e nel 2021 con la motivazione delle restrizioni anti-pandemiche per combattere il Covid-19 e della sicurezza dopo le violente proteste pro-democrazia del 2019.
    In precedenza, 16 politici e attivisti, tra cui Joshua Wong, sono stati condannati da sei a 10 mesi di carcere per il ruolo avuto nella veglia, con alcune sospensioni di pena. Pechino, invece, ha chiarito quest’anno che non avrebbe più tollerato alcuna commemorazione di Tienanmen a Hong Kong o Macao, gli unici due luoghi in Cina in cui era possibile farlo.