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Caso Cospito, Nordio alle Camere, Cassazione, Consulta: le prossime date

 Con il no del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, alla revoca del 41 bis nei confronti di Alfredo Cospito, c’è ancora una data che potrebbe essere fondamentale per la revisione del regime di carcere duro nei confronti dell’anarchico in sciopero della fame ormai da oltre 110 giorni. Il 24 febbraio, infatti, ci sarà in Cassazione la camera di consiglio per decidere sul ricorso presentato dalla difesa contro l’ordinanza del tribunale di sorveglianza di Roma che ha confermato il regime speciale per quattro anni. Se i giudici accogliessero il ricorso, dunque, sarebbe probabilmente necessaria una nuova decisione del tribunale.
    E’ ancora da fissare invece l’udienza in Corte Costituzionale che, su richiesta della Corte di assise d’appello di Torino, è chiamata a giudicare sulla possibilità di applicare la lieve entità nel processo per strage politica per gli ordigni alla caserma degli allievi carabinieri di Fossano, dove non ci sono state vittime. Se fosse riconosciuta l’incostituzionalità della norma che esclude l’attenuante, la pena massima sarebbe 24 anni e non l’ergastolo.
    Ma prima, in ordine temporale, c’è attesa per la relazione del ministro Nordio al Parlamento, in programma mercoledì prossimo, 15 febbraio. Il Guardasigilli terrà una nuova informativa per presentare gli esiti degli approfondimenti disposti sul caso Cospito e sulla vicenda che ha riguardato il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove e il vicepresidente del Copasir, Giovanni Donzelli: quest’ultimo ha riferito in aula i contenuti di una relazione del Dap che Delmastro ha detto di avergli riferito.

L’anarchico è in carcere già da 10 anni per la gambizzazione, nel 2012, dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Un attentato rivendicato dal Nucleo Olga della Fai con una lettera inviata al Corriere della Sera. L’anarchico venne arrestato quasi subito con il suo complice ed amico, Nicola Gai, che è tornato libero nel 2020 dopo uno sconto della pena in appello.

Mentre era in carcere, Cospito fu accusato anche dell’attentato del 2006 contro la Scuola carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. Due ordigni erano stati piazzati all’interno di due cassonetti all’ingresso dello stabile senza però causare né morti né feriti. Per quell’atto è stato condannato dalla Corte d’appello a 20 anni di reclusione con l’accusa di strage. Sedici anni e sei mesi per la compagna Anna Beniamino. La Cassazione, invece, ha ritenuto si trattasse di strage contro la sicurezza dello Stato, un reato che prevede la pena dell’ergastolo ostativo, che non permette di godere cioè di alcun beneficio. Cospito è il primo anarchico a finire al 41-bis, misura disposta lo scorso maggio per quattro anni. Da tre mesi è in sciopero della fame e le sue condizioni di salute continuano a peggiorare di giorno in giorno. 
   


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