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La Manovra sarà lunedì alla Camera. Spunta un nuovo balzello sulle assicurazioni

La manovra arriverà alle Camere lunedì ed è probabilmente solo allora che le misure, grandi e piccole, acquisteranno la loro completezza, nei dettagli normativi ma anche negli importi, con costi e coperture.

Le nuove bozze risultano infatti arricchite di alcune novità ma, proprio alla voce risorse, risultano ancora carenti. Il Mef avverte che le versioni in circolazione potrebbero non corrispondere alla realtà, ribadisce che i contenuti sono quelli già approvati nel Cdm di lunedì scorso e rinvia ogni valutazione al testo definitivo che arriverà in Parlamento per l’esame lampo a questo punto di poco più di un mese. Intanto però l’ultima versione della manovra è lievitata a 155 articoli.

E’ stata aggiunta l’esenzione Imu per le case occupate, così come un pacchetto ambientale con per esempio la proroga delle agevolazioni degli acquisti di materiali riciclati. Nel capitolo infrastrutture compare, come annunciato da Matteo Salvini,, a cui è associato lo stop ai contenziosi pregressi legati alla mancata realizzazione del Ponte e la possibilità di un aumento di capitale di Anas e Rfi. Una netta accelerazione arriva anche per la Tav, con la scadenza del 31 marzo per ottenere l’autorizzazione del Cipess al terzo lotto, mentre tra le misure a favore dei territori colpiti dai terremoti degli ultimi anni compare anche la proroga delle agevolazioni previste per Ischia, proprio oggi martoriata dalla frana di Casamicciola.

Nero su bianco appaiono poi le norme per la famiglia, finora solo annunciate, a partire dal potenziamento dell’assegno unico per i figli a carico. Il sostegno sarà aumentato del 50% nel primo anno di vita del bambino. La stessa maggiorazione sarà destinata anche alle famiglie numerose con tre o più figli: in questo caso il 50% arriverà per i figli da 1 a 3 anni ma solo ai nuclei il cui Isee non supera i 40.000 euro l’anno. Dettaglio aggiuntivo questo rispetto alle informazioni circolate finora. Il Fondo di garanzia per le Pmi verrà probabilmente prorogato anche nel 2023 con le stesse funzioni (la norma compare con la dicitura ‘in valutazione’), ma lo stanziamento previsto scende a 800 milioni, rispetto al miliardo di cui si era parlato

finora. Quello che però veramente ancora manca nei vari capitoli sono le coperture. La lettura delle tabelle del Documento programmatico di bilancio non ha permesso di ricavare un quadro chiaro delle risorse a disposizione, aggiuntive rispetto a quelle in deficit. E anche quest’ultima bozza non definisce quali saranno le fonti di finanziamento a cui il governo attingerà. Ci saranno sicuramente risparmi di spesa, come quelli sul Reddito, ma la norma sugli extraprofitti, che dovrebbero salire al 35% cambiando la base imponibile dal fatturato agli utili, rimane ancora vuota. Allo stesso tempo quella sul contributo di solidarietà temporaneo, indicato da indiscrezioni al 33%, non viene più riportata

Nuovo balzello sulle assicurazioni
Come forma di copertura della manovra spunta nell’ultima bozza un nuovo balzello sulle assicurazioni. L’imposta sulle riserve matematiche dei rami vita introdotta nel 2002, inizialmente allo 0,20% e modificata negli anni per arrivare fino allo 0,45% attuale, salirà allo 0,50%. Si tratta di un’anticipazione, effettuata dalle imprese, del prelievo sui rendimenti delle polizze che alla fine del contratto ricade sugli assicurati. Nonostante la caratteristica di anticipo di imposta, gli importi pagati dal 2002 non sono mai stati del tutto recuperati e la somma non rientrata nelle casse delle compagnie ammonta ad oggi a circa 10 mld.

L’aumento interviene modificando l’aliquota ormai ferma allo 0,45% da 10 anni, andando in controtendenza rispetto agli interventi normativi che, dopo il 2002, avevano parzialmente corretto il tiro evitando un peso eccessivo sulle compagnie di assicurazione. A spanne, l’incasso derivante dal rialzo allo 0,50% potrebbe valere qualche centinaio di milioni. Sempre come forma di copertura, in un altro articolo della bozza è infatti prevista per le polizze vita ramo I e V la possibilità di affrancare, con una sostitutiva ad hoc al 14% la cui provvista è fornita dall’assicurato, il rendimento latente maturato sino al 2022. Una misura che, secondo primi calcoli, potrebbe garantire un gettito anche in questo caso di qualche centinaio di milioni di euro.


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